È dall’isola più a sud d’Europa e luogo simbolo del tema più delicato di questi anni – i flussi migratori – che arriva uno dei dati più forti di queste elezioni, che incoronano la Lega primo partito d’Italia. A dimostrazione che la decisione di abbandonare, nel nome, lo storico riferimento al Nord ha anticipato una tendenza. A Lampedusa, infatti, Matteo Salvini ha battuto Pietro Bartolo, il medico simbolo dell’accoglienza che nell’isola per anni ha visto e toccato le conseguenze dei viaggi in mare, nonché ascoltato i motivi che hanno portato centinaia di migliaia di persone a scappare dalla Libia.
Il confronto diretto sulle preferenze si è chiuso 410 a 250 per Salvini. Una sconfitta, quella di Bartolo, mitigata dal risultato generale che lo vede primo nelle file del Partito democratico e dunque neo-eurodeputato. Il medico lampedusano, che ha puntato l’intera campagna elettorale sullo slogan «senza paura» ottenendo anche il sostegno pubblico di numerose figure di spicco del mondo culturale, potrà dunque portare avanti le proprie battaglie da Bruxelles e Strasburgo. Ma resta tuttavia la consapevolezza di come in uno dei luoghi più interessati dagli sbarchi, la risposta dei cittadini sia stata decisamente a favore del contrasto all’immigrazione, così come ampiamente predicato da Salvini dal giorno dell’insediamento nel governo.
Nelle cinque sezioni elettorali costituite a Lampedusa e Linosa – dove i votanti sono stati appena il 26,62 per cento degli aventi diritto – la Lega ha fatto il boom di consensi: 45,85 per cento. Pari a 624 voti, di cui due terzi andati proprio al leader del Carroccio. Il Partito democratico, invece, pur confermandosi secondo partito, si è fermato al 21,01 per cento, con Bartolo che ha raccolto praticamente tutto il consenso. Gli altri candidati dem hanno preso insieme appena 36 voti. La nuova Europa uscita dalle urne – dove comunque le forze sovraniste non hanno sfondato – riparte anche da questo. Per sapere quale sarà la direzione, però, bisognerà ancora attendere.
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