Una gita nel secondo giorno del nuovo anno si è trasformata in un’amara sorpresa per un gruppo di escursionisti di passaggio nel versante orientale dell’Etna, nella zona di Pietracannone. Il rifugio, uno dei tanti costruiti per offrire riparo agli amanti del vulcano patrimonio dell’Unesco, ricade nel Comune di Milo ed «è completamente distrutto», afferma Giuseppe Distefano, presidente dell’associazione Etnawalk, che ieri ha fotografato lo stato in cui l’edificio e l’area circostante si trovano.
«È stato tutto vandalizzato: il quadro elettrico, i sanitari, le finestre». La struttura è dotata anche di un’area attrezzata con dei tavoli, ma anche questi lasciati all’abbandono. Non va meglio nemmeno sul fronte dei rifiuti, nonostante la zona sia stata una di quelle ripulite dai volontari durante la manifestazione Meglio parco che sporco svoltasi appena tre mesi fa.
Il rifugio «non è isolato, è a una cinquantina di metri dalla strada, lungo la Mare-Neve per piano Provenzana. È in un sentiero usato giornalmente, anche se principalmente dagli amanti delle jeep. Sono i locali a distruggere», chiosa amaramente Distefano. Un problema che anche l’ente parco conosce bene. Data la mancanza cronica di sorveglianza, il personale ha messo a riparo quanto possibile del mobilio e le porte. «Abbiamo salvato il salvabile», spiega la presidente Marisa Mazzaglia. Ma si tratta di una situazione che potrebbe avere i mesi contati.
Per riportare in funzione i punti base degradati sono in arrivo dei fondi regionali. «Abbiamo rispolverato degli accordi di programma e sono in arrivo i finanziamenti per alcuni punti», dice ancora Mazzaglia. I primi a rientrare nel piano sono gli immobili in contrada Cicirello e Case Piane Mirio. Al termine delle ristrutturazioni, «li affideremo a delle associazioni che dovranno avere dei requisiti specifici», anticipa. I lavori in altri centri storici che non sono rientrati nell’accordo con la Regione, tra i quali proprio quello di Pietracannone, «potrebbero essere realizzati con progetti di finanza», vale a dire con l’appoggio dei privati.
«La grande campagna di sensibilizzazione lanciata con l’evento di ottobre ha dato qualche frutto – spiega la presidente dell’ente parco – Dobbiamo ripartire da quella giornata e rilanciare il messaggio con maggiore forza». La stagione invernale è la più difficile per realizzare concretamente delle iniziative sul campo, ma «è l’ideale per programmare e trovarci pronti a squagghiata da nivi».
[Foto di Giuseppe Distefano]
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