Sembrava essere stato inghiottito dal buio nella zona intorno a Rifugio Sapienza, sull’Etna, dove l’altro ieri era stato in gita ma senza fare ritorno a casa. E invece si era allontanato di sua volontà, dopo diverse liti con il padre. E’ stato ritrovato Andrea Zhang, il 17enne di Catania scomparso domenica. Dopo le notizie apparse sulla stampa e l’appello alla trasmissione televisiva Chi l’ha visto, il ragazzo è stato riconosciuto da alcuni passanti nella strada che porta verso Zafferana Etnea, una decina di chilometri più giù di dove è stato visto l’ultima volta. Andrea è stato subito raggiunto dai carabinieri del Comune etneo e portato in caserma per incontrare i genitori, già sull’Etna in attesa di novità.
Il ragazzo sta bene, ma per ore la sua scomparsa è stata ancora un mistero. «L’hanno trovato a girovagare per l’Etna, ma in buone condizioni. Adesso dovrà spiegare cosa ha combinato», diceva pochi minuti dopo sollevato Giorgio Bisagna, presidente del soccorso alpino siciliano che da ore segue la vicenda. «Le sue condizioni fisiche sono discrete, è solo un po’ scosso – aggiungeva il capostazione di Nicolosi Giovanni Mazzoleni – Ha trascorso due notti fuori, camminato da solo e percorso un itinerario piuttosto lungo, passando per la valle del Bove. La mia impressione è che abbia fatto una bravata, un’escursione fuori programma». E ci avevano visto giusto gli uomini del soccorso alpino.
Partito domenica mattina per una gita, Andrea è sceso dal pullman nella zona di rifugio Sapienza ma non è rientrato a casa in serata, come previsto. Alla mamma e al papà non è rimasto che lanciare l’allarme. Ritrovato, ai carabinieri che hanno interrogato lui e il padre ha spiegato che si era allontanato spontaneamente, in una zona che conosce bene. Negli ultimi giorni, padre e figlio avevano litigato spesso. Le divergenze tra i due riguardano il futuro del ragazzo.
Di origini cinesi, brillante studente del liceo scientifico Boggio Lera – come spiegano i suoi professori dopo la scomparsa -, Andrea dopo il diploma vorrebbe andare a studiare all’estero. Ma il padre preferirebbe vederlo lavorare nel negozio di famiglia. Uno screzio che Andrea avrebbe confidato a un compagno di scuola, presente durante i due giorni di ricerca sull’Etna e preoccupato che l’amico, dopo i litigi con il papà, potesse commettere qualche sciocchezza.
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