Dopo la serie di parossismi con conseguente caduta di cenere che si registra nei territori alle pendici dell’Etna dallo scorso febbraio, il vulcano torna a farsi sentire. Da qualche giorno sembrava essersi arrestata la sua attività, ma dalle prime ore di questa mattina si è registrata un’ampiezza del tremore vulcanico su valori alti. I fenomeni hanno interessato il cratere di sud est, a una profondità di tre chilometri sul livello del mare. È il 52esimo parossismo da febbraio a oggi. La caduta di cenere ha ricoperto diverse città alle pendici dell’Etna, arrivando fino a Taormina.
Nel corso della notte è stato possibile osservare alcuni bagliori intermittenti compatibili all’attività stromboliana. Sulla base delle previsioni dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia – Osservatorio etneo, la cenere emessa dall’attività vulcanica si disperde in direzione est nord est. Le reti di monitoraggio delle deformazioni del suolo non mostrano variazioni significative. Esclusivamente la stazione clinometrica di Cratere del Piano mostra una leggera variazione di trend. Al momento, l’attuale fase eruttiva dell’Etna non impatta sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.
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