Etna, notte di boati e fontane di lava Si riaccende il nuovo cratere di Sud est

Una notte di boati, fuoco e tremori. L’Etna torna a fare sul serio dopo mesi in cui l’attività stromboliana è rimasta costante ma debole. E’ sempre il nuovo cratere di Sud est il protagonista, con fontane di lave ed esplosioni, cominciate nel pomeriggio di ieri e ancora in corso nella prima mattina di oggi. «L’attività di queste ore non è un tipico parossismo, di breve durata e di forte intensità – scrive il vulcanologo Boris Behncke, dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania -, l’evento assomiglia più a quelli del 14-16 dicembre e del 29-30 dicembre. C’è una colata lavica alimentata che si dirige verso sud-est, e fontane dal nuovo cratere di sud est che è di nuovo in crescita».

La nuova bocca protagonista di tutti i recenti parossismi, in tre anni si è sollevata di 300 metri rispetto al pit crater, il buco iniziale. Un fenomeno mondiale su cui proprio Behcnhe, insieme alla collega Emanuela De Beni, hanno realizzato un rapporto che documenta l’attività. L’Ingv comunica che l’ultima colata è alimentata e scende sulla parete occidentale della Valle del Bove: «Il trabocco di lava è iniziato nel mattino del 15 giugno, percorrendo la fenditura apertasi sul fianco del cono del NSEC durante il parossismo del 28 novembre. L’attività esplosiva sta avvenendo da tre bocche all’interno del cratere. L’accumulo di materiale piroclastico di ricaduta intorno al cratere hanno portato alla crescita del cono soprattutto nel suo settore orientale, riempendo parzialmente le fenditure formatesi sull’alto fianco nord-orientale del cono durante gli episodi eruttivi di fine dicembre 2013 e gennaio-marzo 2014».

Un sottile strato di sabbia copriva stamattina i centri ionici di Giarre e Riposto, ma niente a che vedere con la vera e proprio pioggia di lapilli che in casi precedenti ha fortemente danneggiato quei territori. L’aeroporto Fontanarossa di Catania, dopo le difficoltà della serata di ieri con otto voli dirottati, rimane regolarmente aperto. Anche se l’unità di crisi, tornata a riunirsi alle sei di stamane, ha confermato la chiusura, per precauzione, dei due spazi aerei, i numeri 1 e 2, già interdetti ieri.

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Redazione

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