Sull’Etna torna in campo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm). Il tema è quello della gestione dell’accesso ai crateri sommitali dal versante nord del vulcano. Nei giorni scorsi, in una nota, l’ente ha chiesto conto dell’attuale situazione, ai Comuni di Linguaglossa e Castiglione di Sicilia – nei cui territori ricade la strada utilizzata per le escursioni, l’unica che da piano Provenzana conduce a quota 3000 – in attesa di nuovi sviluppi per «monitorare l’applicazione degli indirizzi espressi». Su cui al momento, però, regna l’incertezza.
A febbraio un parere del Garante aveva giudicato il complessivo sistema di accesso all’area sommitale dell’Etna «contrario ai principi posti a tutela della concorrenza», invitando i Comuni a correggere le procedure di assegnazione dei servizi di trasporto dei turisti in quota, al fine di introdurre «criteri concorrenziali per superare affidamenti inerziali agli operatori storici», cioè le due società Funivia dell’Etna e Star srl. Dopo un’animata contesa, le amministrazioni emanarono in extremis un bando di concessione della strada limitato all’estate appena trascorsa – vinto poi dal concessionario storico – in attesa dell’elaborazione di un bando per l’assegnazione pluriennale della gestione del percorso, procedura su cui è adesso il momento di decidere, tenendo conto che l’Etna rimane sotto la lente d’ingrandimento del garante.
Non è però chiaro chi assumerà la decisione sul modello organizzativo della futura assegnazione, così come non è chiaro se in effetti si riuscirà a decidere, dato il confuso quadro politico nei due Comuni protagonisti della vicenda. A maggio 2017 in entrambi i centri si voterà per le amministrative, con i due sindaci a fine mandato: Rosa Maria Vecchio, a Linguaglossa, dopo dieci anni non può più ricandidarsi; Salvo Barbagallo, a Castiglione, potrebbe farlo ma ha già annunciato di voler passare il testimone. Con le giunte sulla carta indebolite, la palla potrebbe passare ai Consigli comunali, ma il quadro ha già proiettato in campagna elettorale le diverse forze politiche, tant’è che, dopo la bocciatura del bilancio, il Consiglio di Castiglione è in fase di scioglimento mentre in quello di Linguaglossa, dopo l’implosione della maggioranza, regna la frantumazione. Sul tavolo rimangono comunque tre opzioni per la formula del bando: concessione d’uso di mezzi pubblici, concessione di servizio pubblico per il trasporto turistico locale, autorizzazioni vincolate a più imprese che si occupino di portare i turisti in vetta.
Su quest’ultima ipotesi si concentrano le attenzioni del Comitato Sviluppo e legalità di Etna nord, fra i cui membri compare il consigliere Salvatore Rinaldi, l’autore della proposta di «Sperimentare un’alternativa al monopolio che ha frenato lo sviluppo di Etna nord». «Adesso non ci sono più le condizioni per immaginare una soluzione pluriennale – ragiona Rinaldi – ma abbiamo l’opportunità, per non perdere la prossima stagione turistica, di provare per la prima volta la gestione pluralistica della strada, cioè aprendola a più soggetti, con un’evidenza pubblica da espletare entro novembre». In tal modo, dunque, la scelta sull’affidamento verrebbe lasciata alle nuove amministrazioni, ma il blocco delle escursioni verrebbe scongiurato «Evitando stavolta di ricorrere ad una gestione provvisoria della strada di tipo concessorio, che storicamente ha di fatto contribuito a creare un sistema monopolistico».
Anche a Castiglione, intanto, la questione Etna nord rimane al centro del dibattito. Alfio Conti, consigliere attivo a più riprese sul tema ed anch’egli componente del comitato, denuncia «l’anomalia» del mancato recapito di tutti gli atti riguardanti la gestione della strada di Etna nord all’Autorità nazionale anticorruzione (Anac). «Dieci mesi fa il Consiglio di Castiglione, su mia proposta, ha votato all’unanimità per l’invio dell’intero faldone – spiega Conti – ma ancora oggi gli uffici non hanno dato seguito ad un atto che ritengo fondamentale per avere finalmente trasparenza sull’intera vicenda».
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