Etna è maschile o femminile? Questo l’ultimo interrogativo sul quale si è soffermata l’Accademia della Crusca, nota istituzione culturale che raccoglie studiosi ed esperti di linguistica e di filologia della lingua italiana. «I siciliani, o almeno coloro che vivono nell’area del vulcano, lo chiamano ‘a Muntagna e per loro sentirla chiamare al maschile è inaccettabile. Altri lettori, non siciliani, notano che l’Etna è un vulcano e, di conseguenza, dovrebbe assumere il genere maschile», scrive il linguista Enzo Caffarelli. Il nome di origine greca non ha un genere sicuro, mentre quello arabo Mongibello, con il quale il vulcano venne individuato nel Medioevo, è al maschile. Tuttavia nel linguaggio della tradizione locale il Mongibello diventa ‘a Muntagna, al femminile.
«Ci troviamo di fronte, come quasi sempre nel caso dei nomi di luogo, a una voce il cui genere è perlopiù determinato dal denotato generico, voce del lessico comune, che classifica il toponimo (oronimo o idronimo o geonimo che sia)», dice Caffarelli. «Che cosa è l’Etna? – continua il linguista – Un monte e un vulcano. Dunque, nonostante l’ellissi dell’uno e dell’altro, cioè la loro omissione nel chiamare l’Etna, questo risulta maschile. Ma se sottintendiamo la montagna, allora diventa femminile», scrive l’Accademia. A spingere verso quest’ultima direttrice è anche la «a» finale di Etna. «Il femminile è attratto anche dalla -a finale dell’oronimo; le parole dell’italiano terminanti in –a risultano femminili in rapporto di quasi 9 a 1».
Per l’Accademia l’alternanza di maschile e femminile si denota anche nelle stringhe di ricerca su Google. «“L’Etna è piena di neve” (dieci risultati) è più frequente (ma i valori sono bassi) della maschilizzazione “l’Etna è pieno di neve” (un risultato). Nettissima – continua Caffarelli – è la maggior frequenza della frase “l’Etna è attivo” (1.110 risultati) rispetto a “l’Etna è attiva” (appena quattro)». «Ma per i siciliani, i catanesi in particolare, il vulcano resta ‘a Muntagna, presente nella fraseologia e nel titolo di Mamma Etna. Ciò significa che maschile e femminile per Etna sono sostanzialmente equivalenti nella lingua italiana – conclude l’Accademia – e possono essere lasciati alla scelta (o al condizionamento, all’abitudine) del parlante senza necessità di rigide indicazioni normative».
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