Etna, ipotesi sul writer che ha firmato le rocce «Non sono stato io, ma voglio andare a pulire»

L’ipotesi più accreditata è che su quelle rocce la firma sia Dima. È questa la novità sulla notizia degli atti vandalici al belvedere di Acqua Rocca degli Zappini, sull’Etna. La diffusione delle immagini da parte di questa testata ha sollevato non poche reazioni sui social, rimbalzando tra profili privati, gruppi e pagine che si occupano dei temi legati al vulcano. Adesso, dopo l’interpretazione dei tag, si arriva a un profilo Instagram fino a poche ore fa pubblico: Dimaweed, nome utente di un artista hip hop catanese. E lì compariva una foto, postata il 24 settembre (cioè pochi giorni prima del rinvenimento delle scritte), che ritraeva tre ragazzi proprio ad Acqua Rocca. I loro volti erano oscurati tramite alcune emoticon. Il tempo verbale al passato, però, è d’obbligo, perché quelle immagini sono sparite poco dopo che questa testata è riuscita a contattare telefonicamente l’utente in questione.

Tra i commenti sotto allo scatto su Instagram, inoltre, ne appariva uno scritto da un certo Brilletto. Guardando quel profilo, anche quello pubblico, un altro scatto: il famoso dicco di Acqua Rocca sfregiato con lo spray da una bomboletta viola. «Di questa storia non so niente», dichiara a questa testata Dimaweed. Che conferma di avere passato del tempo proprio su quel belvedere insieme all’amico, cioè il giovane che ha scritto l’altro commento. «Quando ci siamo andati – continua – non c’era nessun graffito sulle rocce». Cosa che però sembrerebbe smentita dallo scatto pubblicato online dall’amico e, adesso, sparito anche quello.

Nella sua ricostruzione, sono tanti a Catania i writer che usano lo pseudonimo Dima. Sebbene, di norma, il tag sia una vera e propria firma univoca. Tanto che, sempre su Instagram, appariva un graffito a lui dedicato che riportava la scritta: «‘mbare Dima». «Il mio nome è stato scambiato per quello di un altro – assicura – Io mi occupo di musica, non di graffiti. Basta guardare se esistono altri Dima in altre zone: i graffitari fanno questo, scrivono il loro nome ovunque». E aggiunge: «Io vado spesso in montagna, ma di certo non faccio cose del genere». A ulteriore conferma della sua buona fede, poi, afferma: «Anche se non sono stato io, voglio andare a pulire le firme di questa persona». Appena chiusa la telefonata, le fotografie vengono rimosse, i profili vengono chiusi al pubblico e il nome utente viene modificato.

Michela Costa

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