Cronaca

Etna, indagati sindaci di Linguaglossa e Nicolosi Le manovre di Russo Morosoli per il monopolio

Ci sono anche i nomi dei sindaci di
LinguaglossaSalvatore Puglisi, e Nicolosi, Angelo Pulvirenti, nell’elenco degli indagati della maxi inchiesta sugli appalti e sul business delle escursioni sull’Etna. Dagli atti dell’inchiesta che ha travolto l’impero imprenditoriale di Francesco Russo Morosoli emerge un coinvolgimento di amministratori locali, funzionari e uomini delle forze dell’ordine nel complesso di manovre che, secondo l’accusa, il proprietario della funivia dell’Etna, nonché erede dello storico gestore unico delle escursioni sul versante nord, avrebbe messo in atto «allo scopo di mantenere e consolidare il monopolio delle aziende del gruppo» nelle attività turistiche sul vulcano. 

Tra le vicende finite nel mirino della procura di Catania l’affidamento di un immobile del Comune di Linguaglossa alla Russo Morosoli Invest spa. Si tratta della sede un tempo individuata per la guardia medica della stazione turistica di Piano Provenzana. In cambio di una sponsorizzazione, l’ente aveva messo a bando la gestione dell’edificio. Eppure la società avrebbe iniziato a ristrutturare e usare l’ex guardia medica già prima dell’affidamento. Nella turbata libertà del procedimento di scelta del contraente che viene contestata, un ruolo lo avrebbero giocato sia il sindaco Puglisi, che i due faccendieri di Russo Morosoli finiti ai domiciliari – Simone Lo Grasso e Salvo Di Franco – e, infine, il poliziotto Alessandro Galante, responsabile della sicurezza sulle piste da sci. Il primo cittadino di Linguaglossa, inoltre, è indagato in relazione all’appalto del 2017 per le escursioni ai crateri. L’unica procedura finora varata secondo il regime autorizzatorio suggerito dall’Autorità Antitrust per superare le restrizioni alla libera concorrenza. Gara poi annullata dalla giunta Puglisi a cui seguì un esposto per turbativa d’asta di cui MeridioNews diede conto

Angelo Pulvirenti, sindaco di Nicolosi eletto nel 2017 come Puglisi, è invece indagato per aver accettato ingenti sponsorizzazioni – 150mila euro – per eventi comunali fra l’anno scorso e il 2018 dall’impero imprenditoriale di Russo Morosoli. Soldi che in realtà, per l’accusa, sarebbero il corrispettivo per il compimento da parte del sindaco di atti contrari ai doveri d’ufficio. Nel mirino di Russo Morosoli, infatti, ci sarebbero state le procedure varate dalla precedente amministrazione del sindaco Nino Borzì – «denigrato» quest’ultimo, secondo gli inquirenti, anche grazie «all’uso spregiudicato» della tv privata dell’imprenditore, Ultima Tv. Era stato l’ex primo cittadino di Nicolosi, infatti, ad avviare il riscatto della funivia di Etna sud e a porre le basi per un bando di concessione dell’esercizio della funivia di Etna sud, in scadenza nel 2022. 

I nomi delle persone indagate:
Francesco Augusto Russo Morosoli
Salvatore Di Franco
Francesco Barone
Biagio Ragonese
Orazio Distefano
Simone Agatino Lo Grasso
Antonio Natale Rizzo
Salvatore Puglisi (sindaco di Linguaglossa)
Concetto Bellia
Stefania Russotti
Angelo Pulvirenti (Sindaco di Nicolosi)
Graziano Calanna (Sindaco di Bronte)
Alessandro Galante
Gianluca Ferlito
Antonino De Marco
Alberto Puglisi
Sebastiano Musmeci
Sergio Cerra
Mario Taller
Gianni Trepin
Alberto Felicetti
Stefano Felice Branca
Angelo Nicotra
Orazio Consoli
Giuseppe Dentici
Carmelo Cavallaro

Francesco Vasta

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