Etna, il braccio di ferro blocca il turismo in quota Scintille Castiglione-Linguaglossa sulle escursioni

«Non ci siamo ancora sentiti, ma la nostra disponibilità al confronto è comunque totale». Antonio Camarda, sindaco di Castiglione di Sicilia, usa toni di cordiale fermezza. Il tema è più che incandescente, e qualsiasi mossa, oggi più che mai, potrebbe essere equivocata. Da una parte l’agonia di Piano Provenzana e il blocco totale delle salite ai crateri dell’Etna; dall’altra la politica locale, chiamata a decidere lì dove nessuno riesce ormai dal 2013. Le linee guida per avviare, sul versante nord dell’Etna, un sistema liberalizzato di trasporto dei turisti sono state clamorosamente sconfessate dal primo cittadino Camarda qualche giorno fa. In fumo è andata così anche la concordia fra amministrazioni, appunto Castiglione e l’altra, Linguaglossa, cioè i Comuni proprietari della strada per i crateri. Ora che anche l’ultimo schema sembra essere in frantumi, la sensazione è che l’uscita dal tunnel si allontani di giorno in giorno

Sull’intesa di fondo tra i due Comuni si reggeva il miraggio di investimenti milionari che avrebbero dovuto risolvere il rebus della libera concorrenza nel business dei turisti sul vulcano. Ma tanto la burocrazia quanto l’inchiesta sul monopolio di Francesco Russo Morosoli avevano impaludato tutto. La exit strategy, ideata mentre infuriava la protesta degli esercenti di Etna nord, prevedeva un appalto lungo sei anni sul modello autorizzatorio voluto dall’Autorità Antitrust. In parallelo, doveva proseguire l’iter per il project financing. «Da domani le cose cambieranno, la mia comunità chiede rispetto», ha però tuonato Camarda dopo la delibera della giunta di Linguaglossa. Spedendo poi una diffida al collega sindaco Salvatore Puglisi

La pace è saltata dopo l’ok agli indirizzi per, appunto, un bando sessennale da 12 licenze assegnabili a più aziende – in luogo delle vecchie concessioni mono-azienda, per anni appannaggio del gruppo Russo Morosoli – al costo di 48mila euro l’una a base d’asta. «Perché quella delibera di Linguaglossa non è stata decisa assieme», sottolinea Camarda a MeridioNews. Secondo il sindaco di Castiglione, un vero accordo fra i due Comuni ancora non c’era. «Dopo il varo del project – racconta – mi sono scontrato per mesi con chi voleva, nelle more del procedimento, il ritorno al sistema concessorio. Capisco che le escursioni non si possono bloccare, e per questo ho proposto a Linguaglossa di sperimentare per due o tre anni il modello Antitrust». Davanti a queste condizioni, a detta di Antonio Camarda, le trattative si sarebbero però ulteriormente spiaggiate. 

Si arriva così alla scorsa primavera, quando anche dal sindaco Puglisi arriva una decisa apertura al sistema autorizzatorio. Ma il nuovo punto di rottura sarebbe diventato la durata dell’appalto. «Per noi il protocollo d’intesa sul project financing rimane strategico – ragiona il sindaco di Castiglione – e per questo avevamo proposto un bando da due-tre anni rinnovabile per altri sei o sette anni. Nel caso l’istruttoria per la finanza di progetto non avesse dato buoni frutti, l’appalto avrebbe potuto proseguire». Soluzione che a Linguaglossa non ha raccolto consensi. Poi, a luglio e stagione escursionistica ormai compromessa, secondo Camarda si sarebbe concretizzata la forzatura. «Ma fino a un mese e mezzo fa ho detto ai colleghi di Linguaglossa che i sei anni non ci piacevano, perché significavano non credere nell’idea di sviluppo complessiva che noi stessi avevamo messo in piedi»

Il project financing prevedeva di assegnare la strada per i crateri a una cordata di privati – legata all’ex presidente del parco dell’Etna Cettino Bellia e alla famiglia Vaccaro, gli imprenditori delle Gole dell’Alcantara – in cambio di opere-volano per il turismo da 23 milioni di euro. «Fare un bando autorizzatorio con quelle caratteristiche – rimarca Camarda – significa che non credi più nel sistema che avevamo pensato assieme. Oppure che non ti fidi». La conferma sta anch’essa nero su bianco: assieme alle linee guida, Linguaglossa ha approvato delle osservazioni al project che ne mettono a dura prova l’equilibrio finanziario. «Noi però – dice ancora Camarda – restiamo convinti che il futuro di Etna nord siano le infrastrutture, non il semplice saliscendi con le jeep»

Da Linguaglossa, intanto, dicono di avere avvisato i vicini via pec dell’imminente approvazione della delibera sull’autorizzatorio. «Ci vogliono indirizzi programmatici concordati, anche se loro sono l’ente capofila della procedura», ribatte il sindaco di Castiglione diffida alla mano. L’autorizzatorio è bloccato, il project rimane un libro dei sogni. E adesso, prima ancora che l’accordo sul da farsi, servirà un bel chiarimento fra condomini. Camarda dice però di non farne una questione personale: «Ci sono interessi che vanno oltre le frizioni o altro, vediamo che succede».

Francesco Vasta

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