«Oggi è stata una giornata particolarmente calda», sospira Francesco Fasanaro, commissario del corpo Forestale di Catania. E non è l’unico. Allo spettacolo dell’Etna – che non smette di eruttare da circa quattro settimane e su cui oggi si è aperta una nuova frattura – si sono aggiunti in giornata tre incendi: due consistenti a Randazzo e nella zona al confine tra Nicolosi e Belpasso, e uno più piccolo in città, a passo Martino. Intervento più semplice, quest’ultimo, reso complesso però dall’avaria di uno dei mezzi di soccorso.
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L’incendio a Randazzo, in località Gurrita, è divampato nella tarda mattinata. Intervenuti nel primo pomeriggio, un canadair e un elicottero della forestale etnea hanno domato le fiamme intorno alle 16 con 26 lanci d’acqua. Contemporaneamente, a Monte San Leo -in territorio di Belpasso ma vicino al confine con Nicolosi -, si sviluppava un altro focolare. Cominciato intorno alle 15, per spegnerlo sono serviti 35 lanci d’acqua da due canadair, attivi fino alle 19 circa.
Impossibile stabilire adesso, ad interventi appena conclusi, l’entità degli incendi così come la loro causa. Di certo c’è che non pochi cittadini hanno avvistato le fiamme, il fumo bianco visibile anche da Tremestieri etneo e il continuo passaggio dei canadair avvistato da Tarderia. Niente in confronto a quanto hanno visto gli automobilisti che passavano per la zona sud della città: un elicottero in avaria, che effettuava un atterraggio di emergenza. Il mezzo avrebbe dovuto affiancare un canadair nelle operazioni di spegnimento di un incendio a Passo Martino, zona Oasi del Simeto. Poi domato velocemente con quattro lanci di acqua.
L’Etna, intanto, si tinge di rosso anche per le eruzioni. Che vanno avanti da settimane dal cratere di sud est. «La novità di oggi è che si è aperta una nuova frattura, un po’ più a monte e verso nord ovest rispetto a quella già esistente sul fianco del cratere di sud est», spiega Giuseppe Distefano dell’associazione Etna Walk. Forse – ma l’ipotesi andrà verificata nei prossimi giorni dagli studiosi – la continuazione della stessa che sistarebbe allargando. «In queste ormai quattro settimane abbiamo visto prima il gas, poi si è aperta la nuova frattura e ancora un pozzo da cui sono iniziati a uscire sabbia, cenere, gas e vapore», conclude Distefano. In queste ore, secondo il vento, forti e ripetuti boati si sentono anche dai paesi pedemontani della fascia sud est.
[Foto di Aldo Tranquillo]
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