Non è più il cratere Voragine a dare spettacolo. Da ieri mattina l’attività stromboliana dell’Etna si è spostata sul cratere Sud-est, dal quale sono partite due colate di lava che si dirigono verso la Valle del bove. Il fiume incandescente che scivola sul versante del vulcano etneo ha fatto scatenare i fotografi siciliani. E se in un primo momento sembrava che, almeno per oggi, la cenere non fosse un problema, a far ricredere i vulcanologi ci ha pensato un’esplosione particolarmente violenta poco dopo le 14. Che ha fatto passare da arancione a rosso il livello di allerta per l’aviazione.
«Le due colate sono lunghe solo alcuni chilometri – dicono gli esperti dell’Ingv – si trovano entrambe ad alta quota ma non siamo ancora in grado di definire quanto». Partono entrambe da un cratere pozzo che si è aperto sulla fiancata del cratere Sud-est. «Si tratta di un crollo che ha generato una nuova bocca sul cono craterico, dal quale fuoriesce il materiale incandescente che alimenta le colate», spiegano i tecnici. Non è possibile prevedere per quanto tempo ancora il flusso lavico sarà alimentato. Allo stato attuale, però, l’intensità dei fenomeni vulcanici si mantiene elevata ma stabile. «E c’è ancora del magma a disposizione del sistema», spiega l’istituto etneo di Geofisica e vulcanologia.
Fino a poche ore fa, sembrava che la sola novità di rilievo fosse l’assenza di cenere in sospensione. Cosa che derivava anche dalla sostanziale assenza di vento. L’Etna, però, ci ha messo poco a scombinare di nuovo le carte in tavola. Tanto che l’Ingv ha dovuto emettere un bollettino di codice rosso tramite il Vona, Volcano observatory notice for aviation. Un fatto che fa di nuovo temere per l’aeroporto di Catania. Che nei giorni scorsi è stato costretto a chiudere (salvo poi riaprire ieri), con i conseguenti disagi per i passeggeri rimasti in attesa all’interno dello scalo di Fontanarossa.
«Anche questa eruzione sta esercitando un grande fascino su esperti e appassionati», racconta Giuseppe Distefano dell’associazione Etna walk. Sono decine le persone che, «per esempio dalla Germania o dalla Russia, stanno arrivando da fuori per poter assistere al parossismo». E non solo. «Decine e decine di automobili salgono ogni sera – continua Distefano – Almeno un centinaio di persone ci hanno scritto chiedendoci da dove fosse più semplice assistere all’eruzione», prosegue. I punti d’osservazione migliore, in realtà, dipendono dal tipo di attività: se a emettere lava è il cratere Voragine bisogna stare più attenti, «e seguire la direzione del vento e della ricaduta». Adesso che lo spettacolo viene dal cratere Sud-est, invece, «va bene tutta la fascia da Sud a Nord-est. Dal lato di Catania fino a Linguaglossa e Sant’Alfio, per esempio. Zafferana e Milo sono Comuni privilegiati: si vede benissimo anche seduti in piazza».
A voler salire più su, poi, ci sono diversi luoghi dai quali assistere al parossismo: «Rifugio Citelli, Schiena dell’asino, monte Fontane, Acqua Rocca», per dirne alcuni. «Il punto è che – conclude Distefano – chiunque volesse andare poco più su a osservare meglio il fenomeno, penso per esempio a chi prende un volo proprio per questo, non può per via dell’ordinanza del prefetto. Un’occasione persa. Perché il nostro vulcano è sempre un luogo attraente, ma dovendosi fermare a 2500 metri si rischia di non vedere assolutamente nulla». Il riferimento è all’ordinanza prefettizia che pone il divieto assoluto di accesso alla zona sommitale. Contro la quale alcuni mesi fa è stato costituito il comitato EtnaLibera.
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