Sono trascorsi circa otto mesi dall’ultima significativa attività dell’Etna quando, nella seconda metà di maggio 2016, un’intensa sequenza eruttiva a carattere stromboliano (esplosioni di bassa intensità molto frequenti nello stile etneo) aveva puntato i riflettori sui crateri di Nord est e Voragine. In seguito si dovette aspettare agosto per tornare ad assistere a un altro affascinante spettacolo quando le notti a cavallo di San Lorenzo furono infiammate dai bagliori provenienti dall’attività intracraterica all’interno di un pit-crater generatosi sulla parete orientale della Voragine. Da allora, fatta eccezione per qualche debole emissione di cenere e continui bagliori, non erano stati registrati eventi di particolare interesse.
Ma si sa, l’Etna è uno dei vulcani più attivi al mondo ed è davvero improbabile che resti in silenzio. A partire dalla giornata del 20 gennaio 2017, infatti, i microfoni della rete di monitoraggio dell’università di Firenze avevano registrato delle anomalie nei cosiddetti segnali infrasonici (fenomeni di risonanza generalmente interpretabili come un aumento di pressione generato in seguito alla liberazione dei gas dalla colonna magmatica in risalita). Durante la sera di venerdi 20 gennaio tramite la rete di monitoraggio dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia e le numerose webcam private poste attorno al vulcano è stata osservata la fuoriuscita di materiale oltre l’orlo craterico di uno dei coni del cratere di Sud-Est, la cui attività risale a un evento parossistico del 2013.
Anche il 23 gennaio, intorno alle 16, le telecamere termiche dell’Ingv hanno evidenziato la fuoriuscita di materiale incandescente dal cratere di Sud-Est. Anche a occhio nudo erano chiaramente visibili intermittenti emissioni di cenere. L’attività è proseguita durante gran parte della notte con frequenti esplosioni stromboliane (circa una ogni cinque minuti). Lo spettacolo è stato immortalato dai fotografi dell’associazione Etna walk. La giornata di oggi ha visto il protrarsi delle emissioni di cenere e si è subito diffuso sui social il tam tam di post e scatti condivisi da ogni angolo del territorio etneo. L’arrivo di nubi e maltempo ha poi reso del tutto invisibile l’area sommitale costringendo gli appassionati a mettere da parte le macchine fotografiche.
Nonostante il fervore collettivo, la curiosità registrata sui social network e le insistenti domande riguardo possibili eventuali previsioni sulle prossime mosse del nostro vulcano, bisogna sempre tenere a mente che l’Etna è annoverato tra i vulcani più attivi al mondo e che quindi è da considerare del tutto normale una ripresa della sua attività, in qualsiasi momento. Per adesso la ricaduta di cenere è stata di entità ridotta e si è limitata nella fascia orientale del Cratere di Sud-Est, confinata nell’area sommitale del vulcano. Pertanto né la stagione sciistica né l’attività aeroportuale devono ritenersi minacciate. Quanto osservato in questi giorni non è necessariamente il preludio per l’inizio di una nuova eruzione ma, in ogni caso, turisti, esperti e semplici appassionati rimangono in trepidante attesa di possibili future evoluzioni.
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