Arrivare sull’Etna in autobus, viaggiando con le linee regionali? Impossibile se la voglia di scampagnata (o l’esigenza di spostarsi) prende di domenica o nei giorni di festa. Con buona pace di quanti – turisti e non – vorrebbero fruire del bene nominato la scorsa estate bene dell’umanità dall’Unesco. L’Azienda siciliana trasporti prevede una corsa quotidiana da e per il vulcano, oltre le linee che collegano Catania con i Comuni del versante meridionale. Ma tutte le vetture sospendono il servizio nei giorni festivi. «Sapevo che i disservizi vanno avanti da tempo, ma non immaginavo fosse questa la situazione», commenta Mavie Fesco, titolare di un albergo di Nicolosi che si è imbattuta da poco nell’amara scoperta.
«Tutto è nato da un’esigenza di lavoro – racconta – Un gruppo di turisti dalla Serbia arriverà in maniera indipendente». Una gita di sei giorni, nella settimana di Pasqua, senza auto: da qui il bisogno di potersi muovere in autobus per visitare anche Catania, oltre alla muntagna e le zone limitrofe. «Ci hanno chiesto gli orari dei mezzi, ma fino a un mese fa sul sito dell’Ast non abbiamo trovato nessuna informazione». Poi, finalmente, le agognate risposte compaiono sul portale e – per avere conferma, dopo numerosi tentativi – Fesco contatta l’azienda telefonicamente. Il colloquio è dei più bizzarri: «Mi hanno detto che domenica e festivi non si effettuano corse e che gli orari indicati sul sito ufficiale sono fasulli – afferma quasi incredula – Per loro stessa ammissione non c’è né la corsa verso i Comuni etnei né quella per l’Etna». Altre aziende private – anche all’estero – depotenziano i servizi, «ma da ridurre a cancellare ce ne passa».
Un patrimonio dell’umanità non è collegato alla città più grande nelle sue vicinanze se non in giorni feriali. «E poi parliamo di gestione del bene Unesco», sbotta Mavie Fesco. «Quando dovrebbero venire i turisti? Solo dal lunedì al sabato?», si chiede. Per il periodo cruciale – nel giro di due settimane si susseguiranno Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e 1 maggio – le amministrazioni locali stanno cercando di affiancare gli albergatori che hanno sollevato il problema come possono. «Ma anche loro sono stremati, perché devono fare i conti quotidianamente con questi disservizi», riconosce la donna.
Oltre i cittadini, la questione «non riguarda solo la nostra categoria; tutta l’economia della zona e le microimprese sul vulcano sono danneggiate», sottolinea Fesco. Per non parlare «dell’informazione ingannevole diffusa attraverso il sito». In settimana Federalberghi Catania si riunirà per trovare una soluzione, ma i tempi sono molto stretti. Un danno d’immagine da dover affrontare in prima linea, come spesso accade. «Cosa devo rispondere a un turista che si sta pentendo di aver scelto la Sicilia come destinazione, quando mi chiede “Dove sto arrivando?”».
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