Methomyl. E’ questo il veleno contenuto nel boccone che ha ucciso un cane delle forze dell’ordine qualche giorno fa sull’Etna. Morte a cui in poche ore se ne sono aggiunte altre due, un altro cane e una volpe. Dagli esami tossicologici arriva adesso la conferma che si sia trattato di avvelenamento. Il methomyl è una sostanza attiva su cui si basano diversi insetticidi, usata anche contro la processionaria e si può reperire con facilità. L’istituto zooprofilattico di Catania sta diramando i risultati ufficiali agli enti preposti.
Una nota ufficiale è partita anche dall’Ispettorato Ripartimentale alle Foreste della provincia di Catania, spedita alla Prefettura, al Parco dell’Etna, all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale sezione di Catania, ai Comuni di Biancavilla, Adrano e Bronte, e a quanti altri di competenza, avente come oggetto «Rinvenimento esche avvelenate all’interno del Demanio regionale etneo».
«Da circa dieci giorni – spiega il comandante della Forestale Luca Ferlito – lungo la pista altomontana etnea tra i rifugi Galvarina e Monte Scavo, si sono verificate le morti accertate di due cani e una volpe selvatica in seguito all’ingerimento di bocconi avvelenati. Riteniamo di procedere con questa nota conoscitiva per due motivi: uno, in difesa dei numerosi escursionisti frequentatori nei giorni festivi e prefestivi, e delle specie selvatiche che abitano la zona; due, abbiamo individuato reati secondo gli articoli 544 bis e ter del codice penale (puniscono chi per crudeltà e senza necessità, causa la morte di animali o somministra sostanze che arrecano danno alla loro salute ndr). Sulle indagini – conclude Ferlito – posso dire che stiamo percorrendo varie ipotesi investigative».
Le vittime di questi atti assassini, però, possono già essere diverse. Non c’è misura di riscontro ancora, sulle specie animali selvatiche morte avvelenate. Questa parte di zona A del Parco dell’Etna è frequentata da predatori di terra quali gatti selvatici, volpi, martore, e da rapaci diurni e notturni come la poiana, il barbagianni, l’allocco, l’assiolo. La perdita di biodiversità potrebbe già essere un danno notevole.
Sul fronte della bonifica, il comando dei vigili urbani del Comune di Adrano si esprime così: «Oggi abbiamo preso atto della nota, e insieme alla Forestale ci attiveremo per rimuovere le esche». C’è un piccolo comitato di volontari amanti della montagna, con a capo proprio la proprietaria di un cane morto avvelenato nei giorni scorsi (la dottoressa veterinaria Cristina Musumeci) pronto a unirsi subito alle forze comunali e alla Forestale per riconsegnare in tempi brevi i luoghi alla fruizione in sicurezza.
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