Un tipico parossismo dell’Etna, dovuto a una normale attività del vulcano. Sono queste le prime impressioni degli esperti sulla spettacolare eruzione avvenuta nel pomeriggio, che ha sorpreso gli abitanti delle città pedemontane. Raggiunto da MeridioNews il ricercatore dell’Ingv Boris Behncke spiega come quello accaduto sia un fenomeno che si manifesta non di rado. «C’è stato un aumento di attività esplosiva – afferma – Questo ha fatto aumentare il materiale depositato sulle pareti del vulcano e ciò ha favorito il collasso di una parete. Un episodio così violento non lo avevamo da dicembre 2015». Di questi parossismi negli anni Duemila se ne sono registrati circa cinquanta. Così come altrettanti fra il 2011 e 2013.
E se tanti cittadini hanno assistito alla nuova eruzione con preoccupazione, Behncke rassicura: «L’unica cosa che dobbiamo fare è fare attenzione in strada, quindi pulire l’asfalto. Questi sono fenomeni che generano lapilli e cenere che respiriamo, oltre a metterci in pericolo quando siamo sui mezzi. Per il resto, non possiamo che goderci lo spettacolo che l’Etna ci offre». Il vulcanologo, da anni in servizio dell’Ingv sull’Etna, va indietro con la memoria al 2013. «Quell’anno a Zafferana, Santa Venerina, Milo e Fornazzo abbiamo raccolto lapilli di oltre 10 centimetri – continua – Mi sento di escludere invece eventuali terremoti, mentre è possibile che altri eventi parossistici si ripresentino nei prossimi giorni».
Dello stesso parere è anche il vulcanologo e docente di Unict Carmelo Ferlito. «Questo pomeriggio abbiamo avuto un’attività intensa nel cratere di Sud Est – osserva l’esperto – La portata di lava è stata importante, ma credo che le colonne di fumo siano state causate dal vento che soffiava verso Catania. Questo ha favorito la caduta di lapilli e la spettacolarità dell’eruzione».
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