«Lunedì prossimo neanche vi facciamo arrivare. Vi fermiamo e vi diamo fuoco ai furgoni!». Minacce e continue richieste estorsive ai danni di due imprenditori edili di Giarre (in provincia di Catania), per questo sono stati arrestati Massimo Messina (classe 1972) e Carmelo Pollicina (classe 1962). L’indagine è nata dalla denuncia da parte dei due imprenditori edili e del loro capo cantiere, vittime di reiterate richieste estorsive, subite un cantiere per la ristrutturazione di alcune palazzine a Giarre nel mese di giugno. In particolare, il primo episodio risale all’inizio di giugno, quando i due pregiudicati si sarebbero recati in cantiere a bordo di una Fiat 500 di colore blu. Di fronte al capo cantiere, i due avrebbero finto di essere lì per cercare lavoro. Poco dopo, però, sarebbe arrivata la richiesta estorsiva velata dietro la domanda se l’impresa avesse una copertura assicurativa. Un interrogativo di cui la vittima ha subito intuito il significato allusivo. Prima di lasciare il cantiere, i due avrebbero chiesto anche rassicurazione al loro interlocutore del fatto che avrebbe riferito della visita al titolare dell’impresa, riferendo che li avrebbe potuti rintracciare in un chiosco.
Il secondo episodio estorsivo risalirebbe a qualche giorno dopo. Quando i due soggetti sarebbero ritornati al cantiere, sempre con la stessa auto, e avrebbero avvicinato di nuovo il capo cantiere. In questa circostanza, il tono dei due estorsori nei confronti della vittima sarebbe stato più minaccioso: entrambi avrebbero chiesto spiegazioni in merito al fatto di non essere stati ancora contattati dal titolare del cantiere e avrebbero alluso chiaramente alla prospettiva di un danno che avrebbe impedito la prosecuzione dei lavori nel caso la loro richiesta fosse rimasta disattesa. Prima di andare via, i due avrebbero diffidato la vittima dal presentare denuncia alle forze dell’ordine. A distanza di qualche giorno, sarebbe arrivato anche il terzo episodio. Questa volta a essere coinvolto sarebbe stato direttamente uno dei due titolari dell’impresa edile che era presente in cantiere. Ad avvisare il titolare della presenza di persone che avrebbero voluto parlargli è stato uno degli operai.
Dopo avere notato due uomini a bordo della solita Fiat 500 blu, il titolare si sarebbe avvicinato. Alla domanda sul motivo della loro presenza in cantiere, avrebbe ricevuto una prima risposta evasiva. I due, infatti, avrebbero risposto di essersi fermati per osservare le palazzine in fase di ristrutturazione. Subito dopo si sarebbero spostati di qualche metro in auto per raggiungere il capo cantiere. L’imprenditore, insospettito dall’atteggiamento ambiguo dei due, li avrebbe seguiti fino a raggiungere il suo dipendente, che lo avrebbe presentato ai due. A quel punto, uno di loro gli avrebbe chiesto ironicamente se ci fosse possibilità di lavoro. Di fronte alla sua ferma risposta negativa, avrebbe ricevuto un’esplicita minaccia: «Allora sai che c’è?! Lunedì prossimo neanche vi facciamo arrivare! Vi fermiamo e vi diamo
fuoco ai furgoni!».
Nel corso delle indagini, i due estortori sono stati identificati anche tramite le verifiche sull’auto usata per andare al cantiere. Il mezzo, infatti, è risultato intestato a un parente di uno dei due e in uso a entrambi. Inoltre, tramite il dispositivo di localizzazione satellitare di proprietà della compagnia di assicurazione, gli investigatori sono riusciti a ricostruire nel dettaglio tutte le posizioni della macchina. Una ricostruzione che ha confermato le dichiarazioni delle vittime: nelle date e negli orari indicati, la macchina si trovava nel cantiere edile. Tracciato il profilo di Messina e Pollicina, i militari hanno mostrato alle vittime alcune foto per il riconoscimento. I due indagati sono stati sottoposti alla misura della custodia cautelare in carcere per estorsione e rapina in concorso aggravate dal metodo mafioso. Per questo sono finiti nella casa circondariale di Bicocca a Catania.
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