Dalla Sicilia a Bologna. E viceversa. La catanese Esmeralda Spitaleri a 32 anni è tornata nella sua terra per arricchirla e dare il proprio contributo. E anche se è stata vittima di un atto vandalico che le è costato lacrime e soldi, non si arrende e ritrova nella solidarietà di un’intera comunità il sorriso e la forza per andare avanti nel proprio progetto. L’avevamo lasciata nel 2016 a Bologna, dove insieme a tre soci aveva fondato il progetto Brisa. La ritroviamo oggi, cinque anni dopo, a Maletto. In un video pubblicato su Facebook, mentre è in lacrime, mostra l’auto gialla graffiata e pitturata con macchie di vernice rossa e senza uno specchietto.
Nel frattempo tante cose sono cambiate nella vita di Esmeralda. «Mentre ero a Bologna ho conosciuto e mi sono innamorata di Iacopo, un enologo che vive a Venezia, dove ci siamo trasferiti e dove abbiamo fondato una piccola azienda. Facevamo vino a Vicenza, appoggiandoci a varie cantine. Nel frattempo lavoravo per un’enoteca molto importante». Quando ha sentito di aver dato il massimo a Venezia, Esmeralda ha deciso di tornare in Sicilia e di aprire una nuova società con altri due conterranei che, come lei, hanno studiato fuori e desideravano investire nel proprio territorio. «Produciamo vino e birra e vogliamo diventare una fabbrica di produzione anche per altri. Perché in Sicilia i laboratori di produzione sono molto piccoli e spesso non si aprono ad altre realtà. Noi, invece, vogliamo il contrario. Vogliamo condividere il nostro spazio con quante più persone possibile».
A gustare, fortunatamente per qualche ora, il buon umore di Esmeralda questo risveglio burrascoso. «Non abbiamo ancora una cantina, un negozio o una vigna, non abbiamo rotto le scatole a nessuno e per questo non ci spieghiamo questo atto. Abbiamo solo la nostra casa, che vogliamo rendere un rifugio per chi vorrà lavorare con noi e per far conoscere posti sconosciuti. Abbiamo scelto Maletto perché tutti conoscono Bronte e Randazzo. Tutto il mondo conosce il versante est dell’Etna, quello dove si producono i vini più pregiati e costosi. Ma gli altri versanti sono lasciati a se stessi e per questo abbiamo deciso di puntare su questa zona».
Ad Esmeralda sono bastate poche ore per risollevarle il morale. «Ho ricevuto tanti messaggi di supporto da parte dei malettesi che si vergognano di questo atto e se ne dissociano e sono stata ricevuta dal sindaco Giuseppe De Luca che ha voluto conoscermi e scusarsi a nome di tutta la comunità e che ha girato un video da divulgare sui social per prendere, in maniera ufficiale, le distanze da questo gesto».
Diciamo che la storia, quindi, ha un lieto fine. «Ricevere tutto questo supporto da persone che dicono “Mi dispiace, non siamo questo”, mi fa pensare che siamo capitati nel posto giusto. Perché per uno in grado di compiere certi gesti, ce ne sono altri cento che invece fanno cose positive. E sono felicissima di questo. Quello della macchina è un problema grave che però con 400 euro si risolve, basta portarla dal carrozziere. Ma sapere che c’è una comunità che si stringe attorno a me è bellissimo. Più che l’atto di vandalismo, quindi, direi che è come ha risposto la comunità la vera notizia». Per provare ad aiutare la vittima di quello che sembra un atto vandalico è scattata anche una raccolta fondi, promossa dall’associazione culturale Foglia Etnea, sulla piattaforma GoFoundMe.
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