Erice, indagine su appalti nel mandato di Tranchida Oggi è candidato per diventare sindaco di Trapani

La Procura di Trapani indaga sugli affidamenti diretti dei lavori pubblici urgenti del comune di Erice. I carabinieri, per la seconda volta nel giro di tre giorni, hanno fatto visita nei locali del municipio. Tra i documenti acquisiti dai militari della sezione di polizia giudiziaria, lo Statuto comunale, il regolamento per l’organizzazione e il funzionamento degli organi e degli uffici dell’Ente e i verbali dei consigli comunali che si sono svolti tra il primo di febbraio scorso e il 30 aprile con le relative interrogazioni dei consiglieri. 

L’attenzione degli investigatori si è concentrata in particolare sugli affidamenti idrici dell’ente nel 2015, ovvero nel periodo in cui sindaco era Giacomo Tranchida, poi diventato presidente del consiglio comunale ericino (carica ricperta fino a qualche settimana fa) e adesso in corsa dol centrosinistra per la poltrona di primo cittadino di Trapani, appoggiato da ben sette liste civiche e 167 candidati al consiglio. 

Sulla vicenda, gli inquirenti mantengono il massimo riserbo. A marzo, a far visita nei locali del Comune erano stati invece gli uomini della Digos che avevano acquisito gli atti relativi all’appalto per la realizzazione della famosa bike sharing, realizzata nel 2014 nel territorio di Casa Santa Erice e che oltre a sollevare le proteste dei cittadini aveva anche scatenato una guerra tra il Comune e la ditta incaricata di eseguire i lavori. Il contenzioso scoppiato allora tra l’Ente e la Cantieri Edili srl, che si era aggiudicata l’appalto per un totale di 300mila euro, portò anche alla rimozione del direttore dei lavori da parte di Tranchida. 

L’attuale sindaca di Erice, Daniela Toscano, smentisce di aver ricevuto una seconda visita da parte dei carabinieri ieri pomeriggio. «Abbiamo consegnato noi stessi i documenti richiesti dai militari dell’Arma – sottolinea – io oggi non ero presente al comune ma non mi risulta nessuna nuova visita da parte dei carabinieri». Sulle indagini avviate dalla procura del capoluogo si dice invece tranquilla. «Non ci vedo nulla di strano – afferma il primo cittadino – sono cose che capitano nei Comuni, è normale routine. Probabilmente, siccome siamo in campagna elettorale questa cosa sta prendendo una piega totalmente diversa. È un dovere delle forze dell’ordine monitorare gli appalti. Siamo molto sereni. Parlo per me, ma posso anche parlare per il mio predecessore. Ho fatto parte di quella giunta in qualità di vicesindaco e conosco bene il suo modus operandi e la sua correttezza».

Pamela Giacomarro

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