Epifani da Ciancio, a processo per concorso esterno Fava: «Una cazzata omaggiare un rinviato a giudizio»

Pagina quattro de La Sicilia di oggi. Una foto immortala Guglielmo Epifani accanto a Mario Ciancio, nella sede del quotidiano catanese. L’occasione per la visita dell’ex segretario della Cgil, a tre giorni dalle Politiche di domenica, è data dall’intervista che viene pubblicata a firma del giornalista Mario Barresi. Ma a partecipare è anche il direttore ed editorerinviato a giudizio per concorso esterno alla mafia (la prima udienza è prevista per il 20 marzo), insieme al figlio e condirettore Domenico Ciancio Sanfilippo. Una scelta, quella di Epifani, che si pone in continuità con molti altri leader politici: da Angelino Alfano nel marzo del 2014, allora ministro dell’Interno, al sottosegretario Giuseppe Castiglione, fino agli ultimi due presidenti della Regione Siciliana, Rosario Crocetta e Nello Musumeci. Le visite, soprattutto nel caso di Alfano, avevano suscitato le accese critiche di una parte della sinistra catanese. Quella stessa sinistra che stamattina si ritrova spiazzata dalla scelta del suo principale candidato alla Camera. 

«La visita a margine dell’intervista è una cazzata», commenta senza giri di parole Claudio Fava, deputato all’Ars che ha sposato il progetto di Liberi e uguali, seppure con alcune perplessità. «Epifani – continua – ha tutto il diritto di farsi intervistare da un collega bravo come Barresi, ma mettersi in coda come hanno fatto tutti gli altri candidati siciliani per omaggiare un editore rinviato a giudizio per concorso in associazione mafiosa è un fatto grave. Se non sai del processo è grave, perché dovresti conoscere alla perfezione il territorio in cui ti candidi. Se lo ritieni un dettaglio è ancora più grave, perché non capisci che certe forme di legittimazione hanno un peso». Nessuna risposta da parte dello stesso Epifani, contattato da MeridioNews.

La scelta di candidare l’ex leader sindacale in Sicilia ha suscitato malumori nella sinistra siciliana al momento della formazione delle liste ed Epifani è finito nella lista dei paracadutati, alla stregua di Paolo Gentiloni e Maria Elena Boschi nel Pd. Oggi, a precisa domanda del giornalista Mario Barresi, Epifani risponde: «Mi è stato chiesto di candidarmi qui per dare più forza alle liste, non mi ritengo un paracadutato». 

«Io – commenta Fava a MeridioNews considero la sua candidatura dall’altro su tutti i collegi della Sicilia orientale un errore politico». Un peccato originale che rischia di essere amplificato dalla visita a Mario Ciancio. Qual sarà il futuro di Liberi e uguali dopo domenica? «Se resta una federazione di piccole sigle – analizza il deputato regionale catanese – è un progetto già morto, se invece recupera lo spirito inclusivo e generoso che ha caratterizzato l’esperienza di Cento passi per la Sicilia, mettendo al secondo posto i destini politici personali, allora è un’idea di sinistra in cui mi posso riconoscere». Stasera a Palermo il partito chiuderà la campagna elettorale e ci sarà anche il candidato alla presidenza Pietro Grasso. Da lunedì inizia un’altra storia. 

Salvo Catalano

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