«Ho studiato, sono preparato e poi io sono pure ripetente». Davanti alle tante domande e le altrettanto numerose risposte e soluzioni richieste dai cittadini che hanno riempito la sede di CittàInsieme in via Siena ieri sera, Enzo Bianco si mostra sicuro e rilassato. Il candidato sindaco del centrosinistra alle prossime elezioni comunali del 9 e 10 giugno scherza sul fatto che torna a correre per la poltrona di primo cittadino dopo averla occupata già tre volte tra gli anni ’80 e ’90. E lo fa davanti a un pubblico composto principalmente da persone che all’epoca erano già adulte. La maggior parte dei giovani presenti in sala – circa una decina – sono, infatti, i membri della squadra con cui l’ex senatore vuole «riportare la città in un cammino di fiducia, di sviluppo e crescita da tutti i punti di vista», dice.
L’incontro, il secondo in calendario dopo quello previsto la settimana scorsa con Lidia Adorno del M5s, poi annullato a causa della defezione della candidata, è stato l’occasione per fare il punto sulla situazione in cui versa il capoluogo etneo: «Dire che siamo in ginocchio è una previsione ottimistica, in realtà siamo a terra», afferma Bianco. E per illustrare le sue posizioni su alcune delle questioni più importanti che riguardano la città. A partire dal progetto sul lungomare di Ognina contro cui CittàInsieme promuove una raccolta firme – definito da Bianco «un’enorme porcheria» – passando per il debito del Comune e la lotta all’illegalità dilagante, considerata come «prioritaria» dal candidato, per continuare con i rifiuti e la vendita delle municipalizzate.
Bianco prima si presenta, evidenziando la sua attività professionale di avvocato ed esperto di finanza, che «prescinde dalla sua carriera politica», e ricordando di aver rinunciato a guidare la lista del Partito democratico del Senato della Repubblica «per dedicarmi alla mia città», afferma. Promette di non ridurre ulteriormente le risorse da destinare ai servizi sociali, di impegnarsi affinché a Catania si differenzino più rifiuti e si adotti il sistema del porta a porta – «seguendo il modello di Salerno», dice – e non si privatizzino le municipalizzate, pur mantenendole come spa. «Ho votato sì al referendum per l’acqua pubblica – dichiara il maggiore avversario del sindaco Raffaele Stancanelli – Inoltre, voglio disincentivare l’acquisto dell’acqua minerale in bottiglia, che comporta maggiori costi e più inquinamento, promuovendo l’acqua del sindaco», propone, suscitando qualche risata.
Annuncia nuovi progetti, come quello che punta alla valorizzazione dello sport come mezzo per la rinascita sociale, in cui verrà coinvolto l’ex calciatore del Catania Davide Baiocco, e ne conferma altri già annunciati, come quello del nuovo stadio a Librino e della trasformazione del complesso dell’ospedale Vittorio Emanuele in un grande campus universitario. Il tutto da realizzare con il metodo del project financing. Ma, nonostante le proposte, avverte: «Quello che ci aspetta sarà un periodo molto difficile e ai cittadini verranno chiesti dei sacrifici».
Le domande da parte dei presenti in sala arrivano numerose. Bianco le ascolta con la tipica espressione di chi pensa: «Questa la so». Anche quando gli si chiede conto dello scandalo Lusi sull’utilizzo illecito dei finanziamenti ai partiti che lo ha coinvolto in quanto membro del partito della Margherita. «È stata attuata una campagna di diffamazione nei miei confronti – spiega – Tutte le risorse che mi sono state date sono state usate solo a scopo politico. Non ho nulla da temere».
Tra gli interventi, c’è anche qualche rimprovero: c’è chi giudica l’evento «una riunione deludente, un consiglio di quartiere allargato», come l’architetto Giacomo Leone, per cui si sono trascurati i nodi più importanti. «Non si può non parlare dei massacri che sono sotto gli occhi di tutti e per cui tutti sono stati assolti, come lo scempio di piazza Europa e dell’ex mulino Santa Lucia», dice Leone. E Bianco risponde: «Sono stato io per primo a denunciarli e se piazza Europa è una piazza, io mi vergogno di essere un cittadino catanese».
Durante il tempo dedicato alle domande del pubblico, non sono mancati gli auguri: «Spero tornerà ad essere lei il sindaco», dice più di una persona. Né i ricordi dei tempi in cui Bianco era sindaco, anche per chiarire alcune «false voci» sul suo conto: «Si pensa ancora che mio suocero (morto prima della mia elezione) o qualche mio parente fosse proprietario di un vivaio e che per questo avevo riempito le rotonde di fiori», ricorda Bianco.
«Catania non è una città per anziani, né per bambini e disabili, e perfino per la pioggia. Ci vorrebbe la bacchetta magica. Perciò, il diritto al bello mettetelo in cantiere, così come i tombini da sturare», è la breve analisi contenuta in un altro intervento. Ma il candidato sindaco del Pd non demorde: «L’anno scorso durante un viaggio a Londra – racconta – mia figlia Giulia, che adesso ha 22 anni, mi ha portato da Harrods dove c’è un intero reparto dedicato a Harry Potter e mi ha regalato la sua bacchetta magica. I catanesi lo sappiano: sono attrezzato anche di bacchetta magica».
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