Quello scattato ieri pomeriggio e rientrato nell’immediato in piazza Verdi è stato l’ennesimo allarme bomba a Palermo. Precisamente il quinto nel giro di pochi mesi: accanto a un hotel e nei pressi dell’abitazione di un magistrato è stato fatto brillare uno zaino sospetto, ma a essere ritrovati dagli artificieri sono stati solo un mucchio di indumenti. A precedere questo episodio, infatti, c’era stato l’allarme di via Maqueda a marzo, seguito da due pacchi sospetti ritrovati rispettivamente in via Ruggero Settimo i primi di luglio e in piazza Borsa a settembre, l’ultimo in ordine di tempo risale all’inizio di novembre, quando gli artificieri hanno controllato un pacco sospetto in via Croce Rossa. «Questi allarmi in realtà sono frequenti», dice subito un funzionario della questura di Palermo, che spiega: «La città è piena di turisti, quindi capita spesso che qualcuno dimentichi un bagaglio, uno zaino o altri oggetti simili. A volte – continua – anche i senzatetto dimenticano delle valigie in cui sono soliti conservare alcuni oggetti personali».
Le segnalazioni, dunque, sono tante. Passanti e turisti in giro per la città sono soliti mettersi subito in contatto con le autorità locali e capita di imbattersi in uno zaino apparentemente abbandonato o dimenticato: «La gente si fa prendere dall’ansia, soprattutto negli ultimi tempi per quello che succede nel mondo – dice ancora il funzionario – C’è molto timore da parte di tutti, infatti veniamo chiamati spesso a intervenire proprio per questo genere di cose, ma questo non significa che ci sia un problema in tal senso in città, occorre sottolineare che sono cose normalissime». Sono rassicuranti, infatti, le spiegazioni che giungono dalla questura, secondo la quale in città non ci sarebbe alcun particolare clima di allarmismo. Spesso l’intervento delle autorità e degli artificieri dipende proprio dalle numerose segnalazioni che arrivano da parte dei cittadini.
In altre occasioni, invece, preoccupazione e controlli scattano dopo l’avvistamento da parte di una volante. Sono molti gli oggetti che, in determinate circostanze, possono destare sospetti e molto dipende anche dal luogo in cui avvengono i ritrovamenti. Ma in genere, anche a prescindere dal luogo, «se qualcosa è palesemente abbandonato, pur non presentando fattezze strane o fili usciti di fuori, un controllo va sempre fatto per scrupolo, con i tempi che corrono non si può mai escludere nulla», torna a dire l’agente. In fondo, una volta effettuato il controllo tecnico, per far rientrare l’allarme basta una mezz’oretta. «Palermo non è una città blindata, non lo è stata neppure durante i festeggiamenti del Capodanno, per i quali è stato necessario solo qualche controllo in più. C’è stato chiaramente un innalzamento generale della soglia di allerta – precisa l’uomo – ma come è avvenuto in tutte le altre città d’Italia e del mondo».
Qui il clima, quindi, è piuttosto sereno, malgrado i maggiori controlli imposti direttamente dal Ministero della Difesa e dalla Prefettura. Tutte le misure, però, a detta dell’agente non condizionano in alcun modo la quotidianità della gente. «Svolgiamo un’attività ordinaria con una maggiore sensibilità in generale da parte delle pattuglie, dei nuclei antiterrorismo e degli uffici informativi come la Digos. Forse a essere cambiato – conclude l’uomo – è l’atteggiamento dei cittadini, che sono portati a segnalare di più, ma questa è una cosa assolutamente positiva».
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