Ancora una giornata di proteste ieri a Palermo per le persone coinvolte nel vortice dell’emergenza abitativa, ma questa volta pare che qualcosa si sia mosso. Una dozzina di famiglie senza casa, che da anni denunciano il sistema di assegnazioni del Comune, si sono radunate di fronte agli uffici del servizio Dignità dell’abitare, in via Francesco De Sanctis con l’intento di avere un confronto con la dirigente Marina Pennisi.
«A Palermo l’emergenza abitativa colpisce circa 2500 famiglie: si tratta di un problema politico – dice un rappresentante della delegazione di Potere al Popolo presente sul posto per dare sostegno alle famiglie – Denunciamo i metodi criminali delle assegnazioni, le condizioni delle case fatiscenti per i senza casa, l’esautorazione delle graduatorie e l’inefficienza dei percorsi assistenziali».
Presente anche la famiglia Di Piazza, che nell’ultimo mese è stata al centro delle cronache per essersi vista togliere un immobile visionato e accettato, consegnato invece nelle mani di una famiglia che non solo possiede già un reddito, ma è anche titolare di due case di riposo. «La dottoressa Pennisi si impegni per darci l’immobile che di diritto spettava al nostro nucleo familiare – dice Enzo Di Piazza – Ci auguriamo possa procedere con la revoca nei confronti degli attuali occupanti e poi con l’assegnazione».
Alla fine il confronto c’è stato. Le famiglie che hanno già ricevuto un bene confiscato in assegnazione temporanea sono riuscite a ottenere la promessa di un percorso che porterà la dirigente ad adottare un provvedimento, che sarà unico per tutte e che dovrebbe concludersi con la tanto desiderata assegnazione in via definitiva del bene.
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