Emergenza a Priolo per lo sversamento di idrocarburi

GRANDE PREOCCUPAZIONE PER L’INQUINAMENTO. IN QUESTA PARTE DELLA SICILIA LE AUTORITA’ SONO INTERVENUTE. ALMENO QUESTO

“Priolo: sigilli ad un’area di mille metri quadrati all’interno degli impianti Nord dell’Isab”: la notizia la leggiamo sul Giornale di Siracusa. Insomma, se a Milazzo si piange (come potete leggere in altra parte del giornale), nell’area industriale della provincia aretusea non si ride.

L’operazione è scattata oggi. Sono intervenuti gli agenti della Polizia di Priolo. Si tratta del terzo sequestro dopo i precedenti eseguiti nell’ultimo mese. Tre interventi nell’area dell’Isab Sud ed tubazione Isab energyun’area agli impianti Nord della stessa azienda.

Il sequestro è scattato dopo alcune segnalazioni che rivelavano sversamenti di idrocarburi in un terreno di proprietà di Isab.

Insomma, anche se nel silenzio generale, in Sicilia – o meglio nelle zone della nostra Isola tradizionalmente colpite dall’inquinamento di impianti industriali: Milazzo, l’area industriale di Siracusa e Milazzo – è emergenza provocata dall’inquinamento dell’ambiente. Con gravi pericoli per la salute pubblica.

A Gela, città-ostaggio dell’Eni, nell’ultimo mese ci sono stati ben due sversamenti di idrocarburi in mare. Il secondo ha addirittura inquinato anche alcune aree marine della provincia di Ragusa.

A Milazzo – come raccontiamo in altra parte del giornale – i fumi velenosi entrano nelle abitazioni avvelenando la gente. Il tutto nella strafottenza pressoché totale di tutte le autorità: statali, regionali e comunali.

Sempre nel Messinese, a due passi da Milazzo, nella Valle del Mela, i signori dell’energia continuano a massacrare il territorio e chi vi abita con le onde elettromagnetiche degli elettrodotti che passano a pochi metri dalle abitazioni. Una follia.

A Gela la ‘merda’ degli idrocarburi continua ad essere il ‘filo conduttore’ di questa città massacrata dalla chimica ‘pesante’.

Inquinamento, inquinamento e inquinamento. In cambio di un’occupazione da miserabili. Proprio a Gela, grazie anche a un Governo regionale di ‘ascari’ (con il presidente della Regione, Rosario Crocetta, già dipendente proprio dell’Eni), va in scena la presa in giro: l’annuncio di ‘nuovi investimenti’ che, però, ridurranno il numero degli occupati.

La verità è che la Sicilia, se fosse governata da gente con i ‘coglioni’, dovrebbe buttare fuori, in primo luogo, proprio l’Eni da Gela, che rappresenta una spina nel fianco della Sicilia di rilevanza internazionale. Un colosso che ha sempre succhiato il sangue dei siciliani, regalando alla nostra Isola solo inquinamento.

Invece avviene l’esatto contrario. Succede che questi ‘banditi’ non solo inquinano e massacrano il nostro territorio, ma pagano pure le imposte nel Nord Italia. Un raggiro ai nostri danni.

Non solo. L’Eni – udite! udite! – vanta pure crediti nei confronti della Regione. Legati forse in parte alla gestione del dissalatore di Gela. Quindi, non solo si prendono il nostro territorio gratis, non solo lo inquinano, non solo ammazzano la gente con i veleni, non solo pagano le imposte nel Nord Italia, ma vantano anche crediti! Uno schifo!.

Redazione

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