Ci risiamo. Ancora una volta, dopo la terribile crisi del 2011, a Lampedusa è di nuovo emergenza. Oltre mille migranti sono già sbarcati sulla più grande delle Pelagie, e il governo nazionale fa finta di niente. Ancora una volta. Oggi come allora, tutto viene lasciato sulle spalle dei lampedusani. Col rischio di devastare un’altra stagione turistica. Che si preannuncia ottima dopo i riconoscimenti ottenuti: la spiaggia dell’Isola dei Conigli è stata dichiarata tra le più belle al mondo.
Ma. evidentemente, per il governo nazionale, non è un problema.
A denunciare questo ennesimo atto di strafottenza nei confronti dell’isola è Fabrizio Ferrandelli:
“Oltre mille migranti in una struttura che ne può contenere 300, vittime in mare, un centinaio di minori non accompagnati e senza possibilità di essere accolti in strutture adeguate, tante donne in gravi condizioni di salute; gli amministratori locali e le istituzioni religiose continuano a lanciare appelli allEuropa e al Governo nazionale ma sento un silenzio davvero assordante dice il deputato regionale del Pd che stasera si recherà a Lampedusa per una visita ispettiva di due giorni.
“Vado – dice – per raccogliere il grido di dolore di una comunità che sembra avere davanti un muro di gomma, ma anche per confrontarmi su soluzioni stabili e durature in materia di immigrazione da sottoporre poi all’attenzione della politica regionale.
Il parlamentare del Pd la settimana scorsa ha presentato allAssemblea regionale siciliana il disegno di legge norme a sostegno dellaccoglienza, dellinclusione sociale, della convivenza civile, dellintegrazione partecipe, dei diritti e della tutela dei cittadini stranieri nella Regione Siciliana. Il testo, composto da 22 articoli, prevede anche un Piano regionale di indirizzo per le politiche sullimmigrazione, indica le modalità di cooperazione fra la Regione Siciliana e i Paesi di provenienza dei migranti; indica specifiche misure di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo e allarticolo 15 affronta il tema dei CDA (Centri di accoglienza) e CARA (Centri di Accoglienza Richiedenti Asilo (CARA) prevedendo contributi, anche integrativi, ai comuni, enti, fondazioni, associazioni e organizzazioni di volontariato che istituiscono e gestiscono tali centri.
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