Elezioni Trapani, gli appelli per superare il quorum Orlando: «Andare al voto per dire sì a democrazia»

Gli appelli al voto sui social ormai non si contano più. Mentre la competizione elettorale più surreale delle amministrative 2017, quella di Trapani, resta appesa al filo del doppio quorum, ecco scendere in campo i big della politica siciliana (e non solo) a sostegno dell’unico candidato al ballottaggio Pietro Savona. Secondo il primo cittadino di Palermo, Leoluca Orlando «a Trapani c’è una condizione di pericolo». Nel suo video appello affidato ai social, Orlando parla di un «intreccio di egoismi individuali, motivo per il quale credo sia necessario dare un segnale forte di amore per la città, dicendo che esiste un popolo trapanese che rivendica il diritto di scegliere i propri amministratori. Pietro Savona – aggiunge Orlando – è un’occasione per dire che la democrazia esiste e che i trapanesi amano la democrazia, evitando lungo commissariamento che è mortificazione dei diritti e dei cittadini».

A lanciare il loro appello sui social anche la presidente della regione Friuli-Venezia Giulia, Debora Serracchiani, il sindaco di Pesaro e responsabile nazionale Enti locali del Pd, Matteo Ricci, il primo cittadino di Ercolano, Ciro Bonajuto, il ministro delle Politiche Agricole, Maurizio Martina, il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e di quello di Siracusa Giancarlo Garozzo.

Anche il sottosegretario Davide Faraone, particolarmente impegnato nella chiamata alle urne al secondo turno, affida ai social le sue parole: «Domenica tante città italiane e siciliane torneranno a votare per il ballottaggio. Un secondo turno normale, dove si misurano i due candidati sindaci più votati al primo turno. Normale però quasi ovunque perché in Sicilia, terra di Pirandello, c’è una città che passerà alla storia per aver celebrato il ballottaggio più pazzo del mondo per colpa di una legge elettorale di 25 anni fa che è assurda. La città è Trapani e domenica la sfida per noi e per Piero Savona, candidato sindaco del Pd, non è prendere un voto in più dello sfidante, perché lo sfidante non c’è più».

Faraone parla di «missione quasi impossibile» e sottolinea che «Trapani ha bisogno di un sindaco, dei consiglieri comunali di maggioranza e di opposizione. Ha bisogno di democrazia e non di chi vuole fermare il futuro. Gli altri due competitor, ormai fuori gioco, si sono candidati sin dall’inizio l’uno contro l’altro: D’Ali è sceso in campo per non far vincere Fazio e quest’ultimo, invece di ritirarsi al primo turno, ha scelto di dare forfait al ballottaggio proprio per non far vincere D’Ali. Insomma, entrambi accomunati dal motto Muoia Sansone con tutti i Filistei. Egoismo puro. A tutto questo – conclude Faraone – dobbiamo ribellarci».

Miriam Di Peri

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