Viaggiano sulla Rete commenti e analisi alle elezioni regionali che hanno consegnato a Rosario Crocetta le chiavi di palazzo d’Orleans. In molti si concentrano, come prevedibile, sull’exploit del MoVimento 5 Stelle, ma non solo. L’ironia si è scatenata sul tweet di Gianfranco Miccichè che venerdì si dichiarava sicurissimo della vittoria: «Caro presidente Fini, lunedì ti farò un regalo: la Sicilia». Altro piatto forte dei commenti, la ormai nota definizione di un eventuale accordo tra il leader di Grande Sud e il neo presidente: una Crocchè (Croc-etta e Micci-chè) che da qualche giorno non ricorda più soltanto la specialità culinaria palermitana. Qualcuno, sperando che non si verifichino ipotesi del genere, dedica anche una sorta di mini-lettera aperta al Partito democratico. «Spero sul serio che le cose in quest’isola migliorino e che tu mi tolga tutti i dubbi che quest’aspra e avvelenata campagna elettorale ha solo radicato di più – scrive Daria Motta su Facebook – Per farlo, potresti iniziare ad ascoltare? Ad ascoltare chi ti parla, chi da generazioni vota a sinistra e ieri non è andato a votare perché tanto non lo hai ascoltato più e per lavorare sta per lasciare la città, ma tu gli hai detto solo che è un qualunquista?», continua.
C’è anche chi pensa di aver individuato nello stesso loft di via Mazzini a Palermo la fonte delle vittorie di Leoluca Orlando alle comunali palermitane di maggio e di Crocetta, o chi si concentra sulle analisi che cercano di ridurre l’impatto di Beppe Grillo sul voto siciliano. «Per la prima volta alla Regione siciliana una coalizione di centrocentrocentrocentrosinistra», si legge su Twitter, mentre non è rimasto immune a critiche nemmeno il segretario del Pdl Angelino Alfano. «Abbiamo ottenuto un risultato straordinario», ha dichiarato ieri l’ex ministro meritando – secondo molti utenti di Facebook – l’oscar per la battuta più bella.
Sui social network non si trovano solo commenti politici, ma anche denunce di irregolarità. Come quella raccontata da Daniela, una scrutatrice di Giarre andata a votare durante una pausa dal servizio. «Tutto sembrava essere stato fatto nella norma, quando mi ritrovo dentro la cabina a segnare la mia preferenza e mi accorgo che cè qualcosa di strano: la matita che mi hanno dato non è della stessa tipologia utilizzata nella sezione cui ero stata assegnata come scrutatrice», ha raccontato. Nessuna matita copiativa con timbro dell’ufficio elettorale, ma un semplice lapis. «Pentita di non aver reclamato seduta stante, qualche ora dopo ho cercato di rimediare facendo pervenire all’ufficio elettorale una segnalazione, di cui, ahimè, non conosco i risvolti. Non so se laccaduto è da attribuire ad una semplice svista – conclude Daniela – ma so per certo che in determinate circostanze non ci si può permettere di sbagliare».
Errori registrati anche da candidati e rappresentanti di lista. Tra novantenni costretti a votare – e male, sostiene il candidato Marco Nipitella – come accaduto a Misterbianco e scontri con gli altri sostenitori dei vari aspiranti deputati o presidenti.
Come sempre, a urne chiuse e spogli terminati le polemiche del giorno dopo sono l’unica certezza. A cominciare da quelle dei cosiddetti trombati: «Come ogni “dopo elezioni” non ci sono sconfitti. Sono tutti diversamente vincitori».
[Foto di ambro91]
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