«Per evitare di arrecare danno alle liste collegate, Claudio Fava ritira la candidatura alla presidenze della Regione Sicilia». La conferma arriva direttamente dall’ufficio stampa dell’ormai ex concorrente di origini catanesi, al centro di una clamorosa dimenticanza scoperta solo ieri che lo ha costretto a ritirarsi dalla corsa. La residenza dello scrittore, giornalista ed ex europarlamentare è stata spostata da Roma a Isnello (in provincia di Palermo) in ritardo di cinque giorni rispetto a quanto stabilito dal regolamento elettorale. Una svista che ha dell’incredibile, visto che la sua candidatura era stata annunciata con un tweet già l’otto giugno. Quello che fino a ieri veniva definito dallo stesso Fava «un cavillo burocratico», si è trasformato nella causa della fine della sua corsa a palazzo d’Orleans. Eppure per Fava rimangono ancora aperti spiragli per proseguire la sua campagna elettorale, magari come vicepresidente. Per questa carica, infatti, non sono previsti vincoli legati alla residenza nell’isola. A prendere il suo posto nella corsa alla poltrona di governatore la sindacalista Giovanna Marano, 53 anni, presidente del comitato centrale della Fiom ed ex segretario regionale del sindacato di settore affiliato alla Cgil.
La decisione arriva nel pomeriggio, a meno di 12 ore dalla chiusura definitiva delle liste. Da ieri sera si susseguono frenetiche le riunioni all’interno della coalizione che raccoglie Sinistra e libertà, Italia dei valori, Verdi e Federazione della sinistra. Se in un primo momento i candidati sostitutivi più forti erano individuati nel senatore Idv Fabio Giambrone e nel sindaco di Palermo Leoluca Orlando, nella tarda mattinata la speranza è stata riposta in una corsa a due con Rita Borsellino candidata alla presidenza e Claudio Fava suo vice. Ma la sorella del giudice Paolo Borsellino – che ha già nel suo curriculum una corsa per la presidenza della Regione, quella del 2006 – ha rifiutato l’offerta, gettando nuovamente nell’incertezza lo schieramento. Così la scelta è ricaduta su Marano: «Una donna che possiede qualità morali e una storia personale che garantiscono sul modo in cui saprà battersi in questa importante sfida», l’ha definita Fava.
Divisi i pareri di elettori e non su Facebook e Twitter. Da una parte c’è chi urla al complotto ordito dal ministro Annamaria Cancellieri – messa in allarme, secondo i maligni, da qualche avversario o da qualche alleato poco convinto della leadership del giornalista – e dai grandi partiti. Dall’altra chi ha sempre rimproverato a Claudio Fava di aver abbandonato Catania e la Sicilia e vede nella vicenda quasi un segno del destino o una sua punizione. E c’è chi scomoda anche i detti che hanno reso più o meno famosi politici di ieri e oggi. «Fatta la legge trovato l’inganno! (Andreotti). Lo dice la legge? Bene, cambiamola!!! (Berlusconi). Minchia mu scuddai (Fava)».
I vertici, ancora in corso, dovranno concludersi con un nome entro le 16 di domani, termine ultimo per la presentazione delle liste. E’ proprio per tutelare queste e il lavoro finora svolto che Fava «ha deciso responsabilmente di fare un passo indietro», dichiara il suo addetto stampa Sergio Sergi. Una decisione definitiva potrebbe però giungere già nelle prossime ore, quando Fava e Orlando dovranno presentarsi a un comizio precedentemente organizzato a Palermo.
[Foto di Fiom Cgil]
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