L’uomo in cerca del bis. Franco Zappalà, dopo il primo mandato da sindaco, torna alla carica per le amministrative 2016 a Ramacca. In corsa ci sono anche Francesco Nicodemo, Paolo D’Amato, il cinquestelle Gaetano Nicolosi e l’ex deputato regionale Pippo Limoli. La città viene da quinquennio non esente da critiche e vicende che hanno avuto rilievo nazionale. Su tutte spicca l’affare Cara di Mineo: il centro per richiedenti asilo finito al centro di inchieste giudiziarie. Zappalà recentemente è stato indagato insieme ad altre undici persone tra cui nove sindaci calatini.
Qual è il suo resoconto dell’attività amministrativa di questi cinque anni?
«È stato un quinquennio difficile a causa dei continui tagli e della crisi, elementi che hanno reso impossibile la vita degli enti locali».
Cos’è stato fatto?
«Abbiamo aumentato gli assegni per le famiglie in difficoltà, ma anche adottato politiche di spending review riuscendo a tenere in piedi il Comune; con la buona notizia che, negli ultimi mesi, siamo riusciti pure a stabilizzare alcuni precari. Altro capitolo è quello relativo agli investimenti. Mi riferisco ai milioni di euro spesi per l’allargamento dell’area del mercato ortofrutticolo, la realizzazione di un museo tematico, che è il nostro fiore all’occhiello, e quella del manto sintetico del campo di calcio. Le scuole sono state messe in efficienza e recentemente abbiamo chiuso la procedura con il relativo finanziamento per la costruzione di una nuova chiesa».
In prospettiva come vede il prossimo quinquennio?
«Saranno anni difficili e per questo bisognerà lavorare sull’efficienza della macchina amministrativa tagliando sprechi e costi».
Parlando di programmi, i suoi contendenti alla poltrona di primo cittadino sottolineano quanto non è stato fatto sulla raccolta differenziata. Come risponde?
«Non è mai partita per la semplice mancanza di una gara unica. Io non ho fatto altro che prorogare la gara d’appalto precedente. Abbiamo anche avviato un accordo con una società per la raccolta di plastica e alluminio e l’idea è quella di incentivarla con un sistema premiale per i cittadini».
Che aria tira a Ramacca in questa campagna elettorale?
«A oggi ci sono toni all’insegna dell’equilibrio e della pacatezza. Poi, certo, ognuno ha i propri giudizi, considerato anche chi ha già amministrato in passato».
Si sta chiaramente riferendo al candidato Pippo Limoli. Quanto crede che pesino le sue cinque liste? Lei per esempio ha una sola compagine con il simbolo del Partito democratico.
«Si tratta di un dato di fatto, ma il voto per il candidato sindaco resta libero grazie al voto disgiunto. Tutte le volte che queste armate Brancaleone si sono presentate alle urne hanno sempre perso, perché i cittadini possono votare il consigliere che appartiene a una lista e un primo cittadino di una lista diversa».
Vicende come quella del Cara di Mineo quanto pensa che influenzeranno le urne? Denunce e inchieste giudiziarie hanno lasciato il segno nel territorio e magari continueranno a farlo?
«Non saprei dire che peso avranno in questa tornata, ma è certo che in determinati momenti bisogna assumersi le proprie responsabilità. Per me la denuncia andava fatta, perché da cittadino non si poteva fare finta di non vedere o sentire. Spero che i ramacchesi riusciranno a cogliere questo dato positivo».
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