Palazzo dell’Aquila lo conosce bene per il suo ruolo di vicepresidente dell’attuale consiglio comunale di Patti, ma nelle elezioni amministrative del 5 giugno Alessio Papa vuole compiere un passo in avanti, puntando alla poltrona di sindaco. Papa ha 40 anni, è laureato in Giurisprudenza, svolge la professione di imprenditore. È sostenuto dalla lista civica Noi per Patti, di cui è il fondatore, e dai gruppi Patti in Comune e Patti 2.0.
In passato, da consigliere comunale ha sostenuto il sindaco Mauro Aquino, oggi invece vi ritrovate avversari nella corsa alla fascia tricolore. Come mai questa scelta?
«È stata una scelta quasi obbligata che ho intrapreso con convinzione dopo l’indicazione del mio stesso gruppo. Queste amministrative sono caratterizzate dall’alto numero di candidati, è un dato inusuale per una cittadina come Patti, derivante dalla mancata unità nell’individuazione di precise strategie politiche. All’inizio ho sostenuto l’attuale sindaco Aquino, ma poi le strade si sono divise. La mia si può quindi considerare una candidatura di opposizione, nata dopo la rottura politica con l’attuale amministrazione.
Quali gli errori commessi da Aquino durante il suo mandato che sta per concludersi?
«Aquino ha fallito sulla programmazione, sulla ristrutturazione della macchina amministrativa, sul programma di interventi per la città, sui bandi comunitari. Patti ha perso in varie occasioni la possibilità di accedere ad importanti finanziamenti, erroneamente si è data attenzione alle sole opere infrastrutturali, dimenticando l’importanza di investire nel comparto turistico-culturale».
In che modo il suo programma può essere utile al rilancio di Patti?
«Ho impostato una strategia che guarda al 2030. Il nostro è un progetto pensato per il futuro basato su un preciso cronoprogramma da condividere con i cittadini. Abbiamo degli obiettivi a corto, medio e lungo termine e periodicamente ci confronteremo con la città per fare il punto della situazione. Credo fermamente nel dialogo con i pattesi, attraverso un costante scambio si possono, infatti, raggiungere traguardi importanti».
Quale sarebbe la sua prima mossa qualora venisse eletto sindaco?
«È opportuno lavorare fin da subito al miglioramento della macchina amministrativa. Il Comune di Patti ha bisogno di una ristrutturazione, bisognerà creare nuovi uffici come quello legale, rendere efficiente ogni settore dell’ente. Considero ugualmente prioritario intervenire per migliorare il decoro urbano. A riguardo ho in mente di inserire la figura dell’operaio di quartiere che avrebbe il compito di curare gli spazi verdi, provvedere alla pulizia ed intervenire in caso di guasti o imprevisti. Creeremo un vero e proprio triage della manutenzione prendendo spunto dal modello ospedaliero».
Il rilancio di Patti dipende anche dalla riqualificazione del centro storico e dell’area costiera, quali sono i suoi obiettivi per promuovere il comparto economico e turistico della città?
«Prima di tutto bisogna far riscoprire Patti ai pattesi, poi si potrà ragionare sullo sviluppo dell’industria turistica. Il centro storico deve rinascere, il completamento dei lavori di riqualificazione di via Roma non basta. Occorre, infatti, intervenire sul recupero dei tanti vicoletti che caratterizzano l’area, rimediando agli errori del passato. Basti pensare che in alcuni punti ci sono più tombini che mattonelle. L’area costiera va sfruttata adeguatamente: a Patti Marina ho in mente di creare un museo subacqueo oltre a un museo della Memoria in cui sarebbero catalogate tutte le opere non più disponibili alla pubblica fruizione, una struttura unica nel suo genere. Tindari, invece, potrebbe trasformarsi in una vera e propria polis greca con un rilancio sia commerciale che artistico».
Nell’ultimo periodo la pressione fiscale si è fatta sentire anche a Patti. Qual è il suo progetto in merito?
«Abbiamo in programma interventi di defiscalizzazione rivolti soprattutto ai commercianti del centro storico e alle classi meno abbienti. Ognuno deve ricevere una pressione fiscale corrispondente al proprio reddito, ecco perché punteremo a sollevare dal pagamento delle imposte locali i cittadini che non superano una certa fascia Isee».
Come intende migliorare la qualità della vita nelle periferie?
«Stiamo lavorando al recupero di una vecchia struttura nel quartiere Case Nuove. Lì vorremmo creare una cittadella dei servizi, un front office e degli spazi dedicati ad esempio a Inps e Agenzia delle Entrate che Patti rischia di perdere. Attualmente il Comune paga affitti onerosi che potrebbero essere evitati concentrando tutto in un’unica struttura polifunzionale. Al contempo, ciò consentirebbe di riqualificare le zone più lontane dal centro, seguendo una linea totalmente a favore del decentramento amministrativo».
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