Elezioni in Sicilia, tutto quello che c’è da sapere

Urne aperte in 29 Comuni siciliani. Si vota solo oggi, domenica 5 giugno, dalle 7 alle 23. Una tornata elettorale che non vede coinvolto nessun capoluogo di provincia, ma città importanti come Vittoria, Alcamo, Caltagirone, Favara, Canicattì e Giarre. 

I cittadini si troveranno davanti un’unica scheda di colore azzurro e potranno votare: un candidato sindaco e una lista collegata oppure una lista diversa, tracciando un segno sul rettangolo contenente il nome del candidato e un segno sul contrassegno della lista; solo una lista e in questo caso il voto non si estende al candidato sindaco; solo il candidato sindaco e in questo caso il voto non si estende alla lista o alle liste che lo sostengono. 

L’elettore può esprimere una o due preferenze per i candidati al consiglio comunale indicando il cognome, oppure nome e cognome in caso di omonimia di due candidati. Se l’elettore esprime due preferenze, queste devono essere di genere diverso (per una donna o per un uomo o viceversa). Se sbaglia e scrive i nomi di due uomini o di due donne, resta valida soltanto la prima scelta. Se invece la scheda contiene più di due preferenze, il voto è nullo. 

La normativa che disciplina l’elezione dei sindaci e dei consigli comunali in Sicilia distingue i Comuni in tre fasce. 

COMUNI CON MENO DI 10MILA ABITANTI
Tra i Comuni chiamati al voto il 5 giugno rientrano in questa fascia: Montevago (in provincia di Agrigento); Vallelunga Pratameno (Caltanissetta); Calascibetta (Enna); Antillo, Caronia, Falcone, Ficarra, Galati Mamertino, Rodì Milici, San Marco D’Alunzio, Sant’Angelo di BroloTorregrotta (Messina); Ferla e Sortino (Siracusa). 

Viene eletto sindaco direttamente al primo turno il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Si ricorre al ballottaggio solo nel caso di parità assoluta delle preferenze. 

Come funziona la spartizione dei seggi in consiglio? Alla lista collegata al sindaco eletto sono attribuiti i due terzi dei seggi (il cosiddetto premio di maggioranza). All’altra lista che ha riportato il maggior numero di voti è attribuito il restante terzo dei seggi. Qualora una lista non collegata al sindaco eletto abbia ottenuto oltre il 50 per cento dei voti validi (voti espressi dagli elettori meno le schede bianche e meno le schede nulle), a questa lista viene attribuito il premio di maggioranza, che però in questo caso corrisponde al 60 per cento dei seggi. Di conseguenza alla lista collegata al sindaco è attribuito il restante 40 per cento dei seggi.

COMUNI TRA 10MILA E 15MILA ABITANTI
Tra i Comuni chiamati al voto il 5 giugno rientrano in questa fascia: Terrasini (in provincia di Palermo); Patti e Capo d’Orlando (Messina); Barrafranca (Enna); Ramacca e Grammichele (Catania).

Anche in questo caso – novità introdotta dalla legge elettorale regionale del 2012 – viene eletto sindaco direttamente al primo turno il candidato che ottiene il maggior numero di voti. Si ricorre al ballottaggio solo nel caso di parità assoluta delle preferenze. 

Come funziona la spartizione dei seggi in consiglio? Alle liste del candidato sindaco eletto viene assegnato il premio di maggioranza, cioè il 60 per cento dei seggi, se si verificano due condizioni: 1) che nessun altra lista o gruppo di liste collegate abbia superato il 50 per cento dei voti validi; 2) che la lista o il gruppo di liste collegate al sindaco eletto abbia raggiunto almeno il 40 per cento dei voti validi. 

COMUNI CON PIU’ DI 15MILA ABITANTI
Tra i Comuni chiamati al voto il 5 giugno rientrano in questa fascia: Canicattì, Favara e Porto Empedocle (Agrigento); Caltagirone e Giarre (Catania); Vittoria (Ragusa); Lentini e Noto (Siracusa); Alcamo (Trapani). 

Nei Comuni con più di 15mila abitanti è eletto sindaco il candidato che ottiene la metà più uno dei voti validi (oltre il 50 per cento), altrimenti si va al ballottaggio tra i due candidati più votati il 19 giugno. 

Qualora il sindaco venga eletto al primo turno, la lista o la coalizione di liste a lui collegata/e, ottiene il premio di maggioranza se si verificano due condizioni: 1) che nessun’altra lista, o gruppo di liste, abbia raggiunto il 50 per cento + uno dei voti validi; 2) che la lista, o la coalizione di liste collegate al sindaco eletto abbia ottenuto almeno il 40 per cento dei voti validi.

Se si va al ballottaggio: la lista, o la coalizione di liste, collegata/e al sindaco eletto, ottiene la maggioranza dei seggi a una condizione: che nessuna lista, o coalizione di liste, collegata/e al sindaco non eletto, abbia superato il 50 per cento dei voti validi. Se questa condizione non si verifica, alla coalizione del candidato sindaco eletto viene comunque assegnato il premio di maggioranza, a prescindere che le sue liste abbiano raggiunto la soglia del 40 per cento dei voti validi. 

Dopo il primo turno, i candidati sindaci possono dichiarare il collegamento ad altre liste che al primo turno hanno fatto parte di altre coalizioni. A seguito del ballottaggio, per calcolare il premio di maggioranza, queste nuove liste devono essere considerate e sommate, a condizione che abbiano superato la soglia dello sbarramento del 5 per cento.

Se le liste della coalizione del candidato sindaco non eletto superano il 50 per cento dei voti, la distribuzione dei seggi avverrà in maniera proporzionale e non scatterà nessun premio di maggioranza. 

LA SOGLIA DI SBARRAMENTO
In tutti i Comuni le liste che non superano la soglia del 5 per cento del totale dei voti validi, non sono ammesse all’assegnazione dei seggi.

Qui si può seguire lo spoglio in diretta, Comune per Comune. 

Salvo Catalano

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