Se a livello nazionale lunica proposta politica credibile quella di Beppe Grillo, in Sicilia lo scenario è un po diverso. I grillini, dalle nostre parti, sono in grande ascesa. Lo si è visto alle elezioni regionali dello scorso ottobre, quando, partendo da zero, sono diventati il primo Partito politico dellIsola.
Nei primi tre mesi di legislatura i seguaci di Grillo sono diventati il punto di riferimento delle più importanti battaglie sociali e politiche dentro e, soprattutto, fuori dallAssemblea regionale siciliana. Basti pensare alla ferma opposizione al Muos di Niscemi. O allappoggio alle popolazioni della Valle del Mela, in provincia di Messina, che lottano contro lelettrodotto che Terna sta realizzando sulle teste degli abitati di queste contrade. O la battaglia per sbaraccare le clientele allinterno della burocrazia regionale. E via continuando.
Tuttavia, in Sicilia, accanto al Movimento 5 Stelle, è venuto fuori e si va affermando, giorno dopo giorno, un Movimento politico che, per molti versi, è simile a quello di Grillo. Parliamo del Megafono, il Movimento nato attorno alla figura del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta.
In comune con i grillini, il Movimento del Megafono ha il radicamento dal basso. A differenza dei Partiti politici tradizionali, che si muovono con i parlamentari regionali (quelli nazionali, non essendo eletti dal popolo, ma nominati dalle segreteria romane, tranne rare eccezioni, non hanno legami con il territorio) e, comunque, dall alto, i militanti del Movimento 5 Stelle e i protagonisti del Megafono si muovono dal basso, collegandosi direttamente al territorio, soprattutto con gli amministratori comunali.
Il Megafono, rispetto al Movimento di Grillo, è nuovo. Ma già in appena tre mesi di vita ha fatto passi da gigante. Pur scontando lalleanza con un Partito che, in Sicilia, rappresenta il peggio della politica – parliamo ovviamente del Pd – il Movimento di Crocetta è riuscito a collegarsi con i ceti popolari. Magari cè stato – e cè – il collegamento con tanti Sindaci. Magari ci sono stati parlamentari regionali, in ordine sparso, che si sono avvicinati al presidente della Regione. Ma il vero dato politico è il radicamento che, in appena tre mesi, lala movimentista del Megafono ha instaurato con il territorio siciliano.
Non sappiamo come finirà in queste elezioni politiche. Ma un fatto è certo: se, come ha fatto il Movimento 5 Stelle, il
Tutti i Candidati del Movimento 5 StelleMegafono riuscirà ad entrare nelle menti e nei cuori dei ceti popolari – e alcuni segnali in questo senso ci sono – il Megafono che, comè noto, presenta liste solo alle elezioni per il Senato, potrebbe diventare, assieme al Movimento 5 Stelle, la rivelazione di questo passaggio elettorale.
Del resto, come si è visto in questi primi tre mesi di Governo – cosa, questa, che ci è capitato più volte di scrivere – le cose migliori Crocetta le ha fatte quando è andato in sintonia con il Movimento 5 Stelle. Mentre le cose peggiori le ha fatte quando si è ritrovato a difendere le vecchie clientele del Pd.
Cosa vogliamo dire? Che, secondo noi, così come Crocetta si è liberato dellex presidente della Regione, Raffaele Lombardo, così come si è liberato dalle clientele dellUdc, si libererà anche del Pd.
Si dirà: senza i soldi da Roma la Regione siciliana non potrà chiudere il bilancio 2013. Vero. Verissimo. Ma appunto per questo Crocetta ha già costituito un Partito: per prepararsi alle possibili elezioni regionali anticipate. Dove il Pd siciliano, senza Crocetta, scomparirebbe.
E allora? I soldi che il futuro Governo nazionale Bersani darà alla Sicilia sono lultima preoccupazione di Crocetta. Perché il primo Partito a non volere lo scioglimento anticipato di Sala dErcole è proprio il Pd, che in Sicilia si appresta a mettere allincasso lennesima sconfitta politica ed elettorale.
Quello che i dirigenti del Pd siciliano hanno cominciato a capire, con un po di ritardo, è che Crocetta, a differenza di Lombardo che ha utilizzato il Governo regionale per acquisire effimero potere, sta utilizzando il Governo per costituire un nuovo soggetto politico radicato nel territorio. La differenza è di metodo, ma anche di merito.
E essenzialmente questo il motivo per il quale, nei prossimi anni – o forse addirittura nei prossimi mesi – il Megafono è destinato a governare la Sicilia con il Movimento 5 Stelle.
Qualche considerazione, infine, per Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. A quest’ultimo, va riconosciuto un grandissimo coraggio: perché per schierarsi da solo in queste elezioni politiche, con l’attuale legge elettorale, ci vuole davvero molto coraggio.
Detto questo, almeno in Sicilia, Rivoluzione Civile è arrivata quando alcuni processi politici – il radicamento dei grillini e il fenomeno Crocetta – erano già avanti. Con un Pd siciliano che si era già chiuso a riccio per difendere le postazioni di potere e le clientele.
A Rivoluzione Civile auguriamo tutto il bene possibile, ma temiamo che, almeno nell’Isola, per radicarsi, dovrà aspettare ancora un po’.
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