GLI AZZURRI NON HANNO ANCORA IL CAPOLISTA. SI SAPRA’ QUALCOSA TRA IL 10 E IL 15 APRILE. NEL PARTITO DEMOCRATICO LA CANDIDATURA DI CATERINA CHINNICI SEMBRA AVER BLOCCATO LUMIA. MA POTREBBERO ESSERE IN CORSO ALTRI ‘GIOCHI’
Assistiamo, in queste ore, nel tormentato mondo della politica siciliana, a un fenomeno strano. Due tra i più grandi schieramenti politici del nostro Paese – il PD e Forza Italia (il terzo è il Movimento 5 Stelle che non sembra avere problemi) – non hanno ancora completato le liste. Mentre alcuni candidati sono in campagna elettorale da quasi un mese.
Tra gli azzurri Salvatore Iacolino e Salvo Pogliese ‘macinano’ da tempo. E la stessa cosa fa Gianfranco Miccichè. Idem Ugo Cappellacci in Sardegna (ricordiamo che, alle elezioni europee, Sicilia e Sardegna sono nello stesso collegio). Ma in questo Partito tutto è ancora in aria. Perché non c’è ancora il capolista.
In condizioni normali, a capeggiare la lista sarebbe stato Silvio Berlusconi. Ma, molto probabilmente, il 10 aprile, potrebbe subire un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici. La capolista, a questo punto, potrebbe essere la figlia piccola del cavaliere, Barbara.
Quello che è certo – come abbiamo scritto nei giorni scorsi – è che un Berlusconi in lista ci sarà: altrimenti il Cavaliere non avrebbe fatto apporre nella lista di Forza Italia il suo cognome. Nella lista azzurra c’è la scritta Berlusconi. E senza un Berlusconi in lista, chi scriverebbe “Berlusconi” vedrebbe il suo voto annullato. E il Cavaliere non è così ingenuo da non saperlo.
Morale: un Berlusconi in lista ci sarà. O forse due: Marina e Barbara.
Ma, lo ripetiamo, tutto si chiarirà dopo il 10 aprile. O forse il 13 aprile. O forse dopo il 15 aprile, quando la Cassazione si pronuncerà sulla sorte di Marcello Dell’Utri.
Il risultato è che, il 15 aprile, Forza Italia potrebbe ritrovarsi senza i suoi due leader. Con Berlusconi trasformato in ‘vittima’. Si indebolirà questo Partito per la probabile eliminazione del suo leader? Il Cavaliere non potrà più essere candidato. Potrà continuare a parlare – come fa Beppe Grillo, leader indiscusso del suo Movimento, anche se non parlamentare – o gli toglieranno anche la parola?
Non va meglio nel PD siciliano. Dove Antonello Cracolici, considerato il candidato forte di questo Partito, già da un mese gira come una trottola la Sicilia in lungo e in largo alla ricerca di voti. E’ lui il personaggio ‘unto’ dalla tradizione comunista di questo Partito. E poco importa se nei cinque anni passati ne ha combinate di tutti i colori, umiliando la base del PD siciliano, imponendo un’alleanza politica che si è dimostrata fallimentare.
Ci riferiamo, ovviamente, all’alleanza tra il PD e il Governo regionale di Raffaele Lombardo, che ha fatto perdere al Partito Democratico siciliano dignità politica (Lombardo è stato condannato in primo grado per mafia, e durante l’inchiesta che ha visto coinvolto l’ex presidente della Regione il PD siciliano si è guardato bene dall’uscire dal Governo e ha mollato l’osso solo dopo le dimissioni di Lombardo).
Ebbene, dopo aver combinato questo disastro, Cracolici, come se nulla fosse accaduto, è il candidato forte del PD alle elezioni europee. Il candidato da ‘premiare’ per l’ottimo lavoro svolto.
Leggiamo su alcuni giornali che Caterina Chinnici, presentata ieri, a Palermo quale capolista del PD alle europee, ‘correrebbe’ per vincere. E il Partito – a cominciare dal segretario regionale del PD, Fausto Raciti, che l’ha fortemente voluta – si dovrà impegnare per farla eleggere.
Se le cose stessero così sarebbe bello. Ma noi abbiamo l’impressione che le cose non stiano così. Noi abbiamo l’impressione che, alla fine, la candidatura di Caterina Chinnici sia stata messa in campo per bloccare quella di un altro ‘scienziato’ del PD, il senatore Giuseppe Lumia.
Quest’ultimo – cioè Lumia – protagonista, insieme con Cracolici, della lunga e fallimentare stagione del Governo Lombardo (Lumia e Cracolici sono stati i fautori dell’alleanza PD-Lombardo contro la base del Partito, alla quale hanno impedito la celebrazione di un referendum per dire sì o no a quest’alleanza politica di Governo) – avrebbe voluto a tutti i costi candidarsi, anche lui per ‘auto-premiarsi’ dopo i ‘successi’ del Governo Lombardo.
Qui i giochi si complicano. Se in lista andrà Renato Soru – già presidente della Regione Sardegna – il PD guadagnerebbe voti dalla Sardegna. Questo Partito, con Soru in lista, dovrebbe conquistare due seggi. Uno sarebbe di Soru. E l’altro andrebbe a un candidato siciliano.
Nel caso in cui Soru non dovesse essere candidato, il PD prenderebbe meno voti e, con molta probabilità, un solo seggio. In tutt’e due i casi, Cracolici ha tutto l’interesse a non avere Lumia in lista. Perché Cracolici e Lumia candidati insieme, alla fine, darebbero più forza alla lista, ma si indebolirebbero entrambi perché, in parte, pescherebbero dallo stesso bacino elettorale. Cosa, questa, che finirebbe per tirare la volata a Giovanni Barbagallo, altro candidato del PD, derivazione Margherita, che alle europee di cinque anni fa prese, se non ricordiamo male, circa 70 mila voti.
Di fatto – è inutile girarci attorno – la candidatura di Caterina Chinnici sembra pensata, come già accennato, per sbarrare la strada a Lumia. Quest’ultimo, per proporsi, aveva come al solito tirato fuori la storia dell’antimafia e bla bla bla.
Piazzando a capo della lista la figlia di Rocco Chinnici, gli hanno spuntato le armi. Lumia, in pratica, non può più dire che la lista del PD è poco “antimafiosa”, ammesso e non concesso che questo modo di fare politica abbia ancora un senso.
In questo scenario sembra sacrificata un’altra candidata: Sonia Alfano. Che Lumia proponeva nella lista del PD alle europee assieme al suo nome. Una volta che Lumia è stato messo fuori, la strada per Sonia Alfano sembra in salita. Anche perché due candidati dovranno essere riservati alla Sardegna.
Questi, almeno, i giochi che appaiono. Se poi sotto ci sono altre cose non sappiamo. Non sappiamo, ad esempio, se siano in corso pressioni – tornando a Forza Italia – per ‘convincere’ Salvo Pogliese, che a nostro avviso è un candidato forte, a ‘caricarsi’ Miccichè (ricordiamo che alle elezioni europee si possono esprimere fino a tre preferenze).
Così come non sappiamo se la candidatura di Caterina Chinnici non sia il tentativo, da parte di questo Partito, di sbarazzarsi anche di Cracolici, per chiudere definitivamente una stagione politica fallimentare. In questo caso, l’operazione non sarebbe romana, ma siciliana. Perché è al PD siciliano che Cracolici, negli anni passati, ha imposto l’alleanza con Lombardo.
Magari c’è sotto qualcosa che noi non sappiamo. Tutto è possibile.
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