Elezioni comunali: ha vinto l’astensione che un giorno diventerà rivolta popolare

Il capo del Governo del nostro Paese, Enrico Letta, che tira un respiro di sollievo dopo le elezioni amministrative equivale a un sorso di acido scambiato per acqua fresca. La massiccia astensione che da Nord a Sud ha caratterizzato i dati elettorali è il fatto più evidente.

Milioni di cittadini hanno votato con i piedi: restando a casa invece di recarsi alle urne. Il distacco tra Paese reale e politica ha preso le vie della fuga. L’astensione è il partito di maggioranza. La sfiducia la sua dama di compagnia. Pensare al voto come a una convalida dell’ammucchiata di governo è vedere con strabismo interessato l’attuale disastro. (a sinistra, foto tratta da vocechegrida.it)

A parole tutti vogliono cambiare il Porcellum. Poi, appena una mozione prevede la cancellazione della legge elettorale e il ripristino dell’uninominale, l’oligarchia del Pd grida al sabotaggio della sacra unione e all’eresia, mentre i caporali degradati del Pdl si allineano ai nuovi compagni di coalizione, opponendosi al buon senso e tradendo le loro stesse dichiarazioni.

Dunque Porcellum per sempre. Almeno fino a quando qualche tornado non spazzerà le roccaforti dell’oligarchia italiana di ogni colore ben salda e poco disposta a farsi soppiantare.

Già durante le elezioni presidenziali il Pd si era bruciato i ponti alle spalle, affossando Prodi, nel timore dell’irruzione di un Presidente che avrebbe spianato la strada a collaborazioni di governo eversive rispetto all’ordine consolidato. Poteva il ‘cerchio magico’ del Pd immaginare per se stesso un percorso che comprendeva riduzione degli stipendi, divieto del cumulo delle cariche, limitazione dei mandati parlamentari, abolizione di migliaia di privilegi corporativi? Quelle proposte equivalevano a una persecuzione, a una condanna sicura per molti. L’agguato a Prodi ha fugato il pericolo e ha fatto sospirare di sollievo i fautori, moltissimi, del nuovo Governo Letta.

Le mura che difendono l’attuale capo del Governo e la sua maggioranza sono solide come le imprendibili mura di Gerico, che si sgretolarono sotto i colpi dell’arca dell’alleanza. L’enorme astensione è un esercito per ora in fuga che può improvvisamente fare dietrofront e abbattersi contro chi lo spaventa e opprime.

“La storia è un cimitero delle elite”, scriveva Pareto. La libera circolazione delle dirigenze politiche e amministrative sono il sale e il segno di distinzione delle democrazie. Le oligarchie italiane truccano i dati e cambiano le regole ad ogni partita pur di non rassegnarsi.

Così, mentre trascorrono le settimane, si deprimono i consumi, aumenta la disoccupazione, tracolla e si dissolve la speranza per milioni di cittadini. Sulle mura di Gerico, Letta guarda i falliti assalti e sorride.

Intanto i mansueti, sempre meno silenziosi, girano attorno a quelle mura in attesa del grido liberatorio che le faccia crollare…

 

Aldo Penna

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