«Galoppìni elettorali che fanno pressing sui cittadini, promesse di favori, controllo di chi va a votare piazzandosi davanti alle sezioni o verificando le preferenze per zone e persino atteggiamenti più gravi di questi. Ci sono soggetti contigui alla criminalità organizzata che approfittando dello stato di bisogno delle persone, tenteranno di influenzare il voto fin dentro ai seggi. Per quanto ci riguarda si tratta di comportamenti illegali e mafiosi che vanno combattuti a viso aperto. Come? Denunciandoli», è l’iniziativa portata avanti da Arci, Cgil, I Siciliani giovani e Rete degli Studenti Medi che, che hanno commentato così l’iniziativa sulla falsa riga di ciò che accade già a Napoli.
Si piazzano davanti ai seggi e controllano chi entra e chi esce. Mettono in mano il fac-simile prima di entrare e spesso verificano che il voto facendosi mostrare una fotografia. A quel punto arriva il pagamento: in alcuni casi può trattarsi di denaro, buoni spesa, buoni benzina, in altri addirittura della promessa di un posto di lavoro. E ancora, fanno la spola da case di cura, case famiglia, case di riposo, per portare a votare per il loro candidato persone vulnerabili e incapaci di intendere e di volere. Sono pratiche tristemente note fin troppo spesso accertate dalla magistratura, ma sempre dopo le elezioni.
Per questo motivo è stato promosso quello che viene definito «controllo popolare antimafia». Per assicurare che in tutti i seggi non vi siano condizionamenti esterni alla libera espressione del voto. «Ci aspettiamo – proseguono – che anche le liste politiche che si rispecchiano in questo propositi aderiscano. Un ruolo importante sarà ricoperto da chi farà il suo dovere in veste di rappresentante di lista ma anche da cittadini comuni. Oggi siamo in piazza – concludono – per spiegare che si può fare e per fare semplicemente il nostro dovere tra persone che si occupano di volontariato, sindacato, e giovanissimi che hanno già chiaro il loro compito civile».
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