Elettrodotto Terna, appello al presidente Crocetta

dall’avvocato Nino La Rosa,
rappresentante del Coordinamento Ambientale Tutela del Tirreno,
riceviamo e pubblichiamo

Insieme alla lettera pubblichiamo alcune fotografie che illustrano la pericolosità dell’elettrodotto che lambisce le abitazioni. In pratica, gli abitanti di queste contrade del Messinese sono costrette a vivere con gli elettrodi a pochi metri di distanza dalle abitazioni. Da qui l’aumento delle malattie tumorali provocate dall’emissione di onde elettromagnetiche.

Le scriventi Associazioni e Comitati, interpreti dell’angoscia e preoccupazione che vivono le popolazioni dei Comuni interessati al progetto dell’elettrodotto Terna a 380 KV, Sorgente-Rizziconi tratto aereo Villafranca Tirrena-San Filippo del Mela, rivolgono a Lei Sig. Presidente della Regione, Sig.ri assessori competenti, Sigg. deputati all’Assemblea regionale siciliana, un pressante appello urgente affinché venga fermato lo scempio previsto dal progetto che sconvolgerà irrimediabilmente la vivibilità del nostro territorio.

La società Terna s.p.a, incurante delle richieste provenienti dalle popolazioni ed amministrazioni locali, pur avendo riconosciuto le criticità del progetto, ha dato il via ai lavori preliminari. Che il progetto sia sbagliato, è evidente ed è dimostrato dal fatto che intere comunità lo contestano e tutti i Sindaci dei Comuni interessati al passaggio chiedono alla Società di rivedere il tracciato. (foto a sinistra tratta da ilgiorno.it)

La Società Terna s.p.a., contravvenendo a specifiche previsioni della Comunità Europea, di cui gradisce i finanziamenti, sull’informazione e coinvolgimento delle popolazioni interessate, ha fatto di tutto per tenerlo nascosto, tant’è che da quando si è avuta conoscenza, dal 2010, si susseguono moti spontanei di protesta provenienti dalle comunità di cittadini che, avendo preso coscienza del problema, sono allarmati dalle probabili conseguenze negative.

Il progetto è stato assentito dagli enti locali, mediante un generico protocollo di intesa sottoscritto dai sindaci e dal presidente della Provincia, senza la pronuncia dei consigli comunali interessati, unici organi rappresentativi deputati a esprimere valutazioni sulla gestione del territorio.

Il progetto di elettrodotto aereo insiste in una area riconosciuta ad Alto Rischio Ambientale con D.A. n. 50/GAB del 4.09.2002 della Regione Siciliana; per tale area si attendono interventi di risanamento, tenuto conto degli allarmanti dati sugli incrementi delle patologie tumorali registrate dall’OMS(Organizzazione Mondiale della Sanità) e da importanti Istituti Scientifici.

L’elettrodotto attraversa il Sito di Interesse Nazionale – Area Industriale di Milazzo, riconosciuto dall’art. 1, comma 561, Legge 23.12.2005 e perimetrato con Decreto del Ministero dell’Ambiente dell’11.08.2006. Per tale sito era stato finanziato un intervento di bonifica che prevedeva la spesa di € 450.0000, mai utilizzata.

Terna sa di avere in esercizio, nella purtroppo nota zona di Passo Vela del Comune di Pace del Mela, un elettrodotto a 380 KV, modificato negli anni, posto perfino a 19 metri dalle abitazioni. Nonostante il numero di ammalati di patologie tumorali sia cresciuto in maniera abnorme nella zona, Terna continua a subordinare la delocalizzazione del vecchio elettrodotto, ad una pronta ed deferente accettazione del nuovo elettrodotto aereo. (foto a destra, tratta da cittafutura.net)

E’ di tutta evidenza, che siamo in presenza di luoghi già diffusamente interessati a fattori di inquinamento ambientale, anche elettromagnetico, che non potrebbero tollerare un ulteriore carico, se non con aggravio della situazione già drammatica.

Il progetto non rispetta il principio di precauzione, previsto dall’art.174 del Trattato della Comunità Europea, che trova immediata applicazione nel caso di specie, ritenuta la potenziale nocività dell’inquinamento prodotto dall’elettrodotto aereo.

Il tracciato dell’elettrodotto aereo, attraversa la ZPS ITA030042 Monti Peloritani, Dorsale Curcuraci, Antennammare e area marina dello Stretto di Messina, che parzialmente è anche SIC (Sito d’Interesse Comunitario).

La soluzione progettuale per l’attraversamento della suddetta ZPS (Zona di Protezione Speciale) è in contrasto palese ed insanabile con il relativo Piano di Gestione, approvato con decreto ARTA Sicilia n. 668 del 30/06/2009, avviso Internet del 22/07/09 e pubblicazione nella GURS (Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana) del 4 settembre 2009, e approvazione definitiva, per l’avvenuto adeguamento alle prescrizioni impartite, con decreto ARTA Sicilia (Assessorato Territorio e Ambiente) n. 286 del 27/05/2010, avviso Internet del 31/05/10 e pubblicazione in GURS del 6/8/2010.

Purtroppo è stato lo stesso assessorato regionale al Territorio a determinare la disattenzione della prescrizione prevista dal Piano di Gestione, relativa all’obbligo di realizzare i nuovi elettrodotti in interrato: infatti, con prot. 5105 del 27/01/2010, il dirigente del Servizio 1 Vas (Sistema Informativo per le procedure di Valutazione Ambientale Strategica), Via (Valutazione di Impatto Ambientale) non solo ha immotivatamente revocato il sostanziale parere negativo dello stesso Servizio rilasciato con prot. 66725 del 7/8/08, ma ha incredibilmente ignorato la prescrizione relativa all’obbligo di interramento.

Va ricordato, in particolare, che l’elettrodotto da realizzare è costituito da ben 19 cavi che costituiscono una barriera oggettivamente indiscutibile e incompatibile con le necessità di tutela di cui alla Direttiva Habitat.

Ha pertanto il sapore di una beffa, la circolare n. 8756 del 10/02/2012 dell’assessore regionale al Territorio e l’Ambiente, sottoscritta anche dal suddetto Dirigente del Servizio Vas Via, con la quale ha ribadito la necessità di fare rispettare le indicazioni dei Piani di Gestione di SIC e ZPS.

Il tracciato dell’Elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi, tratto aereo Villafranca Tirrena-San Filippo del Mela, è in palese ed insanabile contrasto con il Piano Paesaggistico dell’Ambito 9. Pertanto non può essere realizzato per l’entrata in vigore delle norme di salvaguardia, previste dal D.Lgs. 42/04, a seguito della pubblicazione nel gennaio 2010 del piano adottato.

Questa incompatibilità è nota tramite documenti al Ministero dei Beni Culturali, all’assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana e soprattutto alla Soprintendenza BB. CC. AA. (Beni Culturali e Ambientali) di Messina, che ha dovuto ammetterla. (foto sopra tratta da elettrosmog.it)

Purtroppo, sino a questo momento, nessuna delle autorità preposte alla gestione del vincolo si è premurata per farlo rispettare, pur in presenza di numerosi solleciti ed in chiaro dispregio della Circolare del Servizio del Piano Paesaggistico Regionale prot. 4791 del 29/05/12, che evidenzia la impossibilità di realizzare opere in contrasto con le previsioni di Piano.

La società Terna, in violazione dell’art 22, comma 3, del D. Lgs 152/06, non ha ipotizzato nessuna soluzione alternativa, meno impattante sul territorio, orientandosi, nel silenzio degli organi amministrativi, verso quella più comoda e semplice, che devasta un interessante territorio collinare, pregevole sotto il profilo naturalistico, suscettibile di valorizzazione turistica, e mettendo a rischio la salute di intere popolazioni inevitabilmente costrette a vivere sotto l’elettrodotto.

Sig. Presidente della Regione, Sig.ri Assessori, Onorevoli Deputati all’Assemblea Regionale Siciliana, noi non Vi chiediamo di abbandonare il progetto, per quanto non ne capiamo l’utilità, viste le motivazioni contrastanti tra loro addotte nel tempo da Terna Spa. Vi chiediamo che venga rispettato il nostro habitat naturale, i nostri centri urbani, la possibilità di utilizzare i nostri luoghi quale strumento di un rilancio economico, la nostra salute.

Noi Vi chiediamo di intervenire sulla Società Terna, con tutti gli strumenti in possesso della Regione Siciliana sospendere il progetto per riesaminarlo, stavolta con tutti i Consigli Comunali interessati, con tutte le popolazioni interessate, che hanno preso coscienza e vogliono dire la loro su un’opera imponente che li riguarda sia sotto il profilo della salute, sia sotto il profilo della salvaguardia del nostro patrimonio naturale.

Siamo consapevoli che, superata l’illusione dell’industrializzazione, l’unica possibilità di rilancio della nostra economia passa esclusivamente attraverso la valorizzazione del nostro territorio, messa in serio pericolo da quest’opera irrimediabilmente ed altamente impattante. Non sarà il risparmio (solo promesso!) di qualche euro sui costi dell’energia che aiuterà l’economia; non sarà la garanzia di avere qualche blackout in meno che rilancerà le nostre attività produttive. Siamo convinti che le nostre popolazioni devono trovare nel territorio e nell’amore per la nostra terra non violentata, i punti di forza per una ripresa economica basata su nuove concezioni di agricoltura, che garantiscano il presidio del territorio e la valorizzazione dello stesso, a fini di turismo rurale, come avviene in tante regioni progredite della nostra Italia.

Sig.Presidente della Regione, Sig.ri Assessori, Sig.ri Deputati, registriamo l’esasperazione delle nostre comunità.

Nel corso delle varie assemblee, tenutesi alla Provincia Regionale di Messina, diversi consiglieri provinciali hanno comunicato a Terna di essere disposti alla disobbedienza civile pur di fermare l’opera. (foto tratta da qualenergia.it)

Sono tante le associazioni disposte ad una forte mobilitazione per bloccare un progetto che non ci convince e che sicuramente ci danneggia. É una situazione di allarme sociale per il quale Vi chiediamo un autorevole intervento, affinché Terna tenga conto delle istanze che provengono dalle comunità che vivono e che vogliono continuare a vivere il territorio.

Contro l’Autorizzazione Unica rilasciata al progetto Terna, sono stati presentati ricorsi al Tar dal Comune di Pace del Mela e San Filippo del Mela, dall’Associazione Mediterranea per la Natura e da 101 cittadini del villaggio Serro, (comune di Villafranca Tirrena), anch’esso fortemente danneggiato come Pace e San Filippo del Mela.

Villafranca Tirrena ha proposto ricorso al Capo dello Stato. Tutti, in ogni caso, intendono percorrere l’iter giudiziario amministrativo per rivolgersi poi alla Comunità Europea.

Ma al di la degli esiti della giustizia amministrativa, la Regione Sicilia non può intanto non porsi le seguenti domande:

 

Come è stato possibile ignorare, in sede di valutazione, che c’è un’area riconosciuta ad elevato rischio di crisi ambientale, per la presenza di un inquinamento già superiore ai limiti di tollerabilità e, invece di adottare i provvedimenti di risanamento, si è autorizzato un progetto che certamente aggraverà la drammatica situazione oggi esistente?

Come è possibile che lo stesso Assessorato al Territorio decreti un Piano di Gestione del sito Natura 2000 ZPS ITA 030042, elaborato con fondi comunitari, e poi lo disattenda, incurante anche di una possibile procedura comunitaria di infrazione?

Come è possibile che l’Assessorato ai Beni Culturali adotti e pubblichi un Piano Paesaggistico predisposto dalla Soprintendenza di Messina, evidenziando all’articolo 10 delle Norme di Piano l’entrata in vigore delle norme di salvaguardia, e non ne imponga poi il rispetto?

Come è possibile che nella vicina Calabria il progetto dello stesso elettrodotto preveda la realizzazione in galleria nei punti critici, mentre gli assessorati siciliani hanno avallato la soluzione più impattante?

Certi che la Vostra sensibilità consentirà di trovare un’adeguata soluzione al problema che Vi stiamo rappresentando e che costituisce un grave motivo di angoscia per noi e per il futuro dei nostri figli, restiamo in attesa di riscontro ed inviamo deferenti saluti.

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Il Sud tradito dall’unità d’Italia

 

Sabrina Macaluso

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