EDITORIALE/ Signori dell’Ars: non vi sembra arrivato il momento di mandare a casa il signor Crocetta?

IL VERO PROBLEMA E’ QUELLO CHE IERI IL GOVERNATORE DELL’ISOLA NON HA DETTO A RENZI. E CIOE’ CHE A GIUGNO NON CI SARANNO I SOLDI PER PAGARE GLI STIPENDI PUBBLICI PERCHE’ ROMA HA ‘INGHIOTTITI’ I NOSTRI SOLDI. IL PRESIDENTE DELLA REGIONE SI E’ PRESENTATO COME UN “SUDDITO” DI UN GOVERNO NAZIONALE NELLE MANI DELL’UNIONE EUROPEA A TRAZIONE TEDESCA. MA I SICILIANI NON SONO SUDDITI, NE’ DI ROMA, NE’ DI BRUXELLES

Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, è veramente un personaggio. Davanti a un Governo nazionale che ha scippato alla Sicilia dal proprio Bilancio un miliardo e 150 milioni di euro (un miliardo e 50 milioni per il Fiscal Compact dei tedeschi e 200 milioni di euro per la sceneggiata degli 80 euro al mese) non trova di meglio che contrabbandare per buona la falsa e truffaldina applicazione dell’articolo 37 dello Statuto (49 milioni di euro di entrate quest’anno, a fronte dei circa 35 miliardi di euro di imposte che le imprese non siciliane che operano in Sicilia pagano in altre parti del nostro Paese!) e perseguire circa 400 di precari imboscati che si portano a casa circa 600 euro al mese!

Se a queste due trovate di ieri aggiungiamo i danni prodotti dal suo Governo in quasi tutti i settori dell’Amministrazione regionale, una domanda sorge spontanea: come può un signore del genere continuare ad amministrare una Regione di oltre 5 milioni di abitanti?

E’ una domanda che poniamo ai 90 deputati dell’Ars (e quindi anche allo stesso Crocetta, che è uno dei 90 ‘califfi’). Egregi parlamentari: come fate a non rendervi conto dell’assurdità di tenere in piedi ancora questa legislatura? Come fate a non vedere i danni che, ogni giorno che passa, aumentano e si accumulano? Pensate veramente che un signore del genere, i suoi assessori, i suoi collaboratori possano continuare a massacrare oltre 5 milioni di persone?

Noi capiamo tutto: lo status di parlamentare, i 18 mila euro al mese, il fatto che andando a votare si passerà – nella legislatura successiva – da 90 a 70 deputati. Tutto, comprendiamo tutto. Ma c’è anche un limite, superato il quale si entra nel tunnel del non ritorno.

Come fate a non vedere lo sfascio generale? Non c’è un solo settore dell’Amministrazione pubblica siciliana che funzioni. Nemmeno uno. Ieri il capo del Governo era qui a Palermo. Lasciamo perdere se è stato contestato o meno. Teniamo fuori i No Muos, i disoccupati, i precari. Teniamoli fuori non perché non pongono problemi seri, ma perché c’è un problema, altrettanto serio, che sovrasta tutti gli altri: il rapporto tra il Governo regionale e il Governo nazionale.

Ieri, il presidente Crocetta – e questa è la cosa che ci deve fare riflettere – ha dato a Renzi l’immagine di una Regione di ‘sudditi’: non una parola sulla disoccupazione che nella nostra Isola supera il 50 per cento, non una parola sugli sbarchi di migranti che, in buona parte, sono sulle spalle dei siciliani (adesso i Comuni senza soldi debbono pagare anche il costo dei centri per accogliere i minori che arrivano via mare), non una parola sul miliardo e 150 milioni che il Governo Renzi ha scippato quest’anno al Bilancio della nostra Regione, mandando in tilt i conti e lasciando migliaia di persone senza risorse.

Se Crocetta e il PD sono ‘sudditi’ di Renzi, ebbene, questo è un loro problema. Ma il problema di un presidente della Regione inadeguato e di un Partito che, peraltro, non riesce nemmeno ad incidere sullo stesso Governo regionale non può diventare il problema della Sicilia e dei siciliani.

Questo signore deve essere mandato a casa. Subito. Ieri, il silenzio di Crocetta sui drammi della Sicilia, la sua volgare menzogna sull’articolo 37 dello Statuto e l’insistenza con la quale pensa di risolvere problemi finanziari enormi della Regione lasciando intendere che sarebbe sufficiente tagliare 600 mila euro al mese a circa 400 precari ‘imboscati’ sono segnali inequivocabili di incapacità politica.

Egregi deputati dell’Ars: a cosa servirebbe approvare una manovra (per la quale non si capisce, detto per inciso, dove trovare 100 milioni di euro), peraltro a ridosso di un appuntamento elettorale, sapendo benissimo che non risolverebbe i problemi di fondo che l’attuale Governo regionale in parte ha aggravato e che, in parte, ha creato?

Renzi, ieri, complice un presidente della Regione che non gli ha chiesto nulla dei mille drammi di una Sicilia ridotta malissimo, ha lasciato intendere che non darà nulla, a parte le sue parole. Tutto questo mentre dal prossimo mese di giugno – e non il prossimo anno – mancheranno anche i soldi per pagare lo stipendio ai dipendenti pubblici della nostra Isola.   

La politica deve avere anche la dignità per capire quando arriva il momento di ‘staccare la spina’ a un Governo. Il momento è arrivato.

Redazione

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