In tanti lo conoscono come il medico dei migranti. A loro Mario Raspagliesi ha dedicato gli ultimi vent’anni della sua carriera da infettivologo. Prima all’ospedale Garibaldi e poi al Cannizzaro. In mezzo il volontariato e la fondazione della onlus Terra amica. Adesso per il camice bianco una sfida nuova legata all’emergenza coronavirus: dovrà coordinare il centro Covid-19 del nosocomio di Biancavilla.
Per il medico è stato già ufficializzato il prestito, immediatamente esecutivo con una delibera pubblicata oggi, dall’ospedale Cannizzaro all’Azienda sanitaria provinciale etnea. Sarà così almeno fino al 30 aprile. L’obiettivo resta quello di trasformare l’ospedale Maria Santissima Addolorata in una struttura di riferimento per curare i pazienti contagiati dal virus. «Datemi almeno 24 ore – le prime parole del medico al telefono – bisogna mettere in moto questa struttura dedicata».
Dal 10 aprile a Biancavilla dovrebbero essere 22 i posti letto riservati alle persone infette, più otto quelli dedicati al Covid nel reparto di Terapia intensiva. Negli ultimi giorni, secondo quanto accertato da MeridioNews, sono due le persone, poi risultate negative, finite nel reparto di Rianimazione. Una di queste è stata già trasferita all’ospedale di Bronte.
Per Raspagliesi i compiti però non si limiteranno al nosocomio pedemontano. A lui anche l’obiettivo di fare partire il primo hotel sanitario, individuato dall’Asp ad Acireale. Struttura con 66 posti letto che, come anticipato da questa testata, sarà destinata ai pazienti clinicamente guariti ma ancora positivi al Covid-19. Insieme a loro anche gli infetti con sintomi blandi che non necessitano di ricovero.
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