Ebola: “La Sicilia è la regione più a rischio”. Ma pochi ospedali sono preparati

La conferma della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali

Non è certamente una buona notizia. Ma quantomeno, dice chiaramente ciò che si sospetta da tempo: è la Sicilia la regione italiana più a rischio sul fronte Ebola.

A dirlo non è un politico d’opposizione, ma la Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, come riportano le agenzie di stampa:

“Le regioni italiane più esposte geograficamente al rischio di importazione della malattia da virus Ebola sono le regioni costiere presso le cui aree portuali sbarcano periodicamente clandestini provenienti dai Paesi africani: la Sicilia, per motivi geografici,- sottolinea il vicepresidente, Antonio Chirianni-  sembra essere la regione più interessata dal potenziale contagio, a causa dei periodici sbarchi di clandestini lungo le sue coste“.

“Il lungo tempo di incubazione, fino a 21 giorni, dell’infezione da virus Ebola – rileva la Simit in un comunicato ripreso dalle agenzie di stampa – può comportare la probabilità che un individuo asintomatico arrivi in Europa”.

Le parole di Chirianni, che pure si dice sicuro che in Italia i sistemi di allerta funzionino, arrivano dopo quelle dell’ECDC, il Centro europeo per il controllo delle malattie, che a differenza di quanto finora ha fatto il Governo italiano, come vi ha rivelato LinkSicilia,  ha detto chiaramente che, seppur minimo,  c’è anche un rischio che il virus arrivi attraverso l’immigrazione clandestina e “le conseguenze sarebbero devastanti”.

Una conferma preoccupante quella della Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, se consideriamo che,  come ha osservato, parlando con  LinkSicilia, Tullio Prestileo, infettivologo palermitano e componente dell’ECDC,  solo la metà degli ospedali siciliani sarebbe preparata a gestire un caso di Ebola. E sembra pure una previsione ottimistica a giudicare dallo stato della sanità siciliana.

Nella nostra regione,  a differenza di quanto sta succedendo nel Lazio, ad esempio,  non c’è nessun corso di aggiornamento per i medici del Pronto Soccorso sul virus (corso organizzato dallo Spallanzani  a Roma). E c’è da scommetterci, le attrezzature e le strutture a disposizione dei medici, sono con ogni probabilità scarse.

Da segnalare, infine, che LinkSicilia ha chiesto al Ministero della Salute chiarimenti in merito ad una recente  lettera inviatoa alle regioni sulla questione.  Tanto per capire come stanno proteggendo la popolazione.

Era il 3 Ottobre. Non ci hanno ancora risposto.

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Antonella Sferrazza

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