Eas, a rischio l’acqua per 45 Comuni

S’ingarguglia la situazione negli uffici dell’Eas, Ente acquedotti siciliani. Già da qualche giorno i tecnici di questo Ente sono costretti a lavorare con un voltaggio basso,, un provvedimento disposto dall’Enel che, non avendo ancora incassato una bolletta da 13 milioni di euro circa, ha già adottato i primi provvedimenti restrittivi. A rendere ancora più complicata la vita dell’Eas, da qualche giorno, è la mancata fornitura di materiali essenziali. Motivo: l’azienda che li fornisce vanta n credito, verso l’Ente, di circa 600 mila euro. Poiché l’Ente non paga, l’azienda ha interrotto le formiture.

Va ricordato, per la cronaca, che l’Eas è stato posto in liquidazione dal precedente Governo regionale, in occasione della dissennata privatizzazione della gestione dell’acqua voluta dai passati Governi Berlusconi. Una liquidazione un po’ strana, quella di questo Ente, se è vero che, ancora oggi, fornisce l’acqua a 45 Comuni dislocati tra il Trapanese, il Messinese e qualche Comune del Catanese. In totale, sono circa 200 mila gli utenti ai quali l’Eas fornisce direttamente l’acqua. Che diventano circa 400 mila se si considerano anche gli altri Comuni ai quali l’Eas fornisce l’acqua (acqua che tali Comuni distribuiscoono, poi, con propri mezzi).

L’Eas, oggi, versa in una situazione finanziaria che definire disastrosa è poco. Ufficialmente, i debiti ammontano a circa 140 milioni di euro. In pratica, l’indebitamento complessivo sfiora i 400 milioni di euro. Questo perché l’Ente vanta crediti per circa 260 milioni di euro. Ma trattandosi, in larga parte, di crediti verso i Comuni siciliani, che sono in buona parte tutti in deficit, si tratta di soldi che l’Eas non vedrà mai.

L’Eas, oggi, presenta circa 400 milioni di euro di deficit non perché è stato gestito male. La responsabilità dell’attuale disastro finanziario dell’Eas è dei Governi Berlusconi, che hanno voluto la privatizzazione del servizio idrico, e dei Governi regionali che hanno costretto – e costringono ancora oggi – l’Eas a lavorare in perdita.

L’Eas, tanto per citare un esempio, ha dovuto cedere le proprie infrastrutture idriche a Sicilacque spa, la società privata (della quale la Regione siciliana è azionista di minoranza) che, ancora oggi, alla faccia del referendum del giugno dell’anno scorso, gestisce buona parte del servizio idrico in Sicilia. Dopo questa trovata ‘geniale’, l’Eas, oggi, è costretto ad acquistare l’acqua da Sicilacque e a rivenderla ai Comuni siciliani ad un prezzo inferiore.

La maggiori responsabilità, lo ripetiamo, sono dei passati Governi nazionali e regionali. Ma anche il Governo Lombardo ha messo del suo. E lo ha fatto in stile Governo Lombardo: ha dato un’occhiata all’Eas, ha vagliato attentamente come e dove potere speculare, e poi lo ha abbandonato, visto che non c’è nula da prendere. Di governare il settore nel’interesse della collettività, ovviamente, non se ne parla nemmeno.

Il Governo Lombardo avrebbe dovuto mettere a punto un progetto per il ritorno alla gestione pubblica delle acque. Cosa che si è guardato bene dal fare.

Il risultato è che, oggi, l’Eas versa in una pesante crisi. Ci sono, come già accennato, i 13 milioni di euro di bollette arretrare da pagare all’Enel. E altri debiti con vari fornitori. Uno di questi si rifiuta di fornire altri materia all’Ente perché, come già ricordato, vuole incassare 600 mila euro di materiali forniti che l’Eas non ha mai pagato per mancanza di soldi.

Di più: da qualche giorno l’Eas è senza ‘testa’ amministrativa. Perché il mandato di Franco Di Chiara, che svolgeva il compito di dirigente generale, è scaduto. E ancora: anche il liquidatore, l’avvocato Agostino Equizzi, si è dimesso.

Secondo le nuove disposizioni (una recente legge regionale), il nuovo liquidatore dovrà cumulare anche ilruolo di dirigente generale. Già è difficile liquidare l’Eas (l’avvocato Equizzi non deve avere avuto vita facile: anzi): figuriamoci un liquidatore che deve contemporaneamente amministrare un ente con 400 milioni corca di debiti che non paga i fornitori.

Il ‘fortunato’ liquidatore-dirigente generale c’è già: si chiama Dario Bonanno, ed è un giovane architetto che, come nella migliore tradizione lombardiana, è stato candidato al Consiglio comunale di Palermo.

In tutto questo non va dimenticato, come accennato all’inzio, che l’Eas fornisce ancora l’acqua a 45 Comuni. Un servizio che, in questo momento – e siamo ormai in estate – svolge con un voltaggio ridotto dall’Enel. Con un Governo regionale che non sembra aver ancora valutato con attenzione quello che potrebbe succedere, visto che, di mezzo, ci sono i bisogni di 400 mila cittadini (per non parlare del fatto che alcuni Comuni ai quali l’Eas fornisce l’acqua sono turistici: un esempio su tutti: San Vito Lo Capo, in provincia di Trapani).

Una vicenda che rischia adesso di finire sui tavoli dei magistrati.

 

Redazione

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