A causa del ciclone mediterraneo simil-tropicale, il sindaco di Catania Salvo Pogliese ha firmato ieri un’ordinanza con cui per oggi e domani chiude scuole, negozi e uffici pubblici non essenziali perché come ha detto lui stesso «prevenire è meglio che curare». Da questo provvedimento restano esclusi, però, i lavori della Giunta e del consiglio comunale. «Come se fossero essenziali e prioritari per la città», lamentano in una nota i consiglieri di opposizione Lidia Adorno, Enzo Bianco, Graziano Bonaccorsi, Salvo Di Salvo, Giuseppe Gelsomino, Francesca Ricotta, Mario Tomasello e Lanfranco Zappalà. Il punto è che, anche se le sedute si svolgeranno in smart working per consiglieri e assessori, «si mette a repentaglio il personale che dovrà necessariamente andare in municipio – spiega il consigliere Bonaccorsi a MeridioNews – per accendere le luci e il router e collegare la presidenza dell’aula». Insomma, nonostante le modalità online, in presenza a Palazzo degli elefanti devono comunque esserci i dipendenti per la gestione dell’aula e per i servizi informatici. «È una follia», criticano i consiglieri.
La seduta di oggi del Consiglio è in programma per le 19 «che, stando alle previsioni meteo – sottolinea il consigliere Gelsomino a questo giornale – dovrebbe essere proprio l’ora prevista per il momento peggiore del maltempo in città. Si stanno prendendo una responsabilità enorme – aggiunge – perché si sa che in piazza Duomo già si allaga tutto con una semplice pioggia». All’ordine del giorno, che i capigruppi hanno provato a spostare senza ottenere però il consenso da parte del presidente Giuseppe Castiglione, c’è l’approvazione dell’aggiornamento del programma triennale delle opere pubbliche e, soprattutto, lo schema del documento unico di programmazione (Dup) funzionale al bilancio stabilmente riequilibrato. Temi importanti su atti finanziari che hanno tempi ristretti. «Per questo – aggiunge Gelsomino – ci eravamo resi disponibili a lavorare anche nei festivi, sabato e domenica».
Dietro la decisione di non rimandare, facendo prevalere l’urgenza, ci sarebbe «non l’interesse della città, ma chiari interessi politici», sostengono i consiglieri di opposizione facendo riferimento alla «crisi che sta attraversando la maggioranza per via della scelta del sindaco di voler operare in tempi urgenti un rimpasto, probabilmente anche non condiviso dalla stessa maggioranza. Lo stesso sindaco in una riunione di maggioranza – continuano – ha preso quindici giorni di tempo, e sta correndo per incassare tutti gli atti di natura finanziaria in modo da potere quanto prima fare i cambiamenti in giunta». Una fretta che secondo i consiglieri di minoranza sarebbe dettata anche dall’attesa decisione della Corte costituzionale sulla sua incandidabilità. In ultima battuta, i consiglieri si appellano alla «superiorità dell’ordinanza della prefetta rispetto a quella del sindaco. Si potrebbe andare incontro – concludono – a un conflitto istituzionale».
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