… e Crocetta continua a rompere, rompere, rompere…

FORSE IL PRESIDENTE DELLA REGIONE NON SE NE RENDE CONTO, MA LE PERSONE CHE LUI ATTACCA CI GUADAGNANO. E INFATTI IL PROFESSORE GIOVANNI FIANDACA PRENDERA’ UN SACCO DI VOTI IN PIU’!

di Carmelo Raffa

Rosario Crocetta forse perché convinto di non riuscire a trascinare l’elettorato in favore della sua candidata attacca pesantemente persone del suo stesso Partito che hanno avuto piena fiducia da parte di Matteo Renzi e della stessa segreteria nazionale del Partito Democratico per far parte della lista alle elezioni europee.

Insultare il professore Giovanni Fiandaca ed i propri sostenitori significa sputare ancora una volta sugli organismi nazionali e regionali del Partito e, in particolare, sui parlamentari regionali cuperliani.

Ma si rende conto, il Presidente della Regione, che non ha una maggioranza all’Ars? Si rende conto che ha bisogno quotidianamente d’ossigeno per rimanere all’impiedi e mantenere la prestigiosa poltrona che occupa?

Caro Crocetta, lei dimostra ancora una volta di saper fare bene lo sfascista, cosa che è molto facile a chi sta all’opposizione. Lei, però, non sta all’opposizione, ma rappresenta il massimo vertice politico e amministrativo della Sicilia. Posto che occupa anche grazie al PD siciliano che lei continua ad attaccare e che, invece, dovrebbe sempre “ringraziare”.

Le rammentiamo che è sotto gli occhi di tutti che lei, per far sopravvivere il suo Governo ha cercato i consensi anche di alcuni avversari. E ora che fa? Si lascia andare, insultando gli amici e compagni di Partito?

Presidente Crocetta, forse lei non si rende conto che i suoi attacchi al professore Giovanni Fiandaca gli sono salutari e siamo più che certi che gli porteranno tanti consensi.

Le persone che le stanno vicino non glielo dicono, ma in questo momento è meglio stare lontani da Lei per guadagnare voti! Questo perché il Popolo siciliano, giorno dopo giorno, risulta essere sempre di più incazzato per la mancanza di risposte da parte del Governo da lei presieduto.

Ci riferiamo, in particolare, a coloro i quali soffrono, a quelli che hanno perso il posto di lavoro, a quali che non lo hanno mai trovato, ai poveri e ai disperati.