I giochi, ieri, nel centrodestra di Palermo, sembravano quasi fatti. Si parte da Roma, dove lintesa tra lUdc di Casini, il Pdl di Alfano e Futuro e libertà di Fini sembra a un passo dallufficializzazione. Uno schema che, bene o male, si dovrebbe riprodurre nella corsa a sindaco del capoluogo siciliano. Con la possibile candidatura di Massimo Costa appoggiata dallUdc di Giampiero DAlia e dal Pdl. Con lincognita dei colonnelli finiani di Sicilia che, in questo momento, fanno parte del governo regionale di centrosinistra presieduto da Raffaele Lombardo.
Cè ancora da appianare la questione dei finiani. I ‘colonnelli’ siciliani di Fini potrebbero anche non gradire l’alleanza con l’Udc e il Pdl e presentare un proprio candidato a sindaco di Palermo. La scelta, a questo punto, non potrebbe che cadere su Alessandro Aricò, attuale parlamentare regionale, l’unico dirigente di Futuro e libertà, in fondo a poter contare su un discrto pacchetto di voti.
A quanto pare, il problema potrebbe non essere solo questo. Ci sarebbe, insomma, qualche altra questione ancora aperta. Da qui la mancata ufficializzazione dellaccordo nel centrodestra di Palermo.
La partita, insomma, sembra ancora aperta. Si racconta di riunioni che andrebbero avanti per ore ed ore. Ele notizie? Per ora ‘volano’ solo indiscrezioni. A quanto sembra, il problema non sarebbe legato solo al recupero dei finiani (che non potrebbero restare in un governo regionale di centrosinistra e far parte del nuovo partito moderato che dovrebbe vedere la luce a Palermo), ma anche al nome del candidato a sindaco.
Nessuno mette in dubbio le qualità di Massimo Costa, anche se la sua conferenza stampa di presentazione al Teatro Politeama di Palermo non ha lasciato negli osservatori – e negli stessi ambienti del centrodestra – un’impressione particolarmente positiva. Ma, ovviamente, non c’è solo una questione di immagine. C’è anche un problema di sostanza squisitamente politica.
Il centrodestra di Palermo, quest va da sé, esca da dieci anni di amministrazione della città che definire disastrosi è poco. Piaccia no, Diego Cammarata ha lasciato nell’immaginario dei palermitani ricordi pessimi. Anche se è ingiusto caricare sulle sue spalle tutto lo sfascio della città, è al vecchio sindaco che pensano i cittadini.
Il centrodestra parte da una situazione di svantaggio. Che in parte viene ridotto grazie al presidente della Regione, Raffaele Lombardo che, per mantenere in vita il proprio governo, ha spaccato il centrosinistra della città. Il nuovo partito dei moderati, pur nascendo in condizioni nuove – e con una certa discontinuità rispetto al passato, anche recente – dovrebbe comunque puntare s figure di grande effetto.
Tra l’altro – ‘viaggiando’ ovviamente, sempre nel campo delle indiscrezioni – sembrerebbe che Massimo Costa si configurerebbe come un candidato troppo vicino al presidente dell’Ars, Francesco Cascio. Da qui l’esigenza di trovare un candidato in grado di di accontentare tutti i ‘capi’ del Pdl di Palermo. La sua candidatura, insomma, resta sempre in piedi. Anche se non può essere esclusa un’alternativa. In pratica, trattandosi trattandosi della prima uscita di una nuova alleanza politica, Casini, Alfano, D’Alia e via continuando punterebbero a trovare un candidato ancora più forte di Massimo Costa. Chi?
Nomi non ne vengono fuori. Tutti i big del Pdl sono abbottonatissimi. Anche se cè chi sussurra che, forse, la soluzione di un politico in piena regola, e magari di lungo corso, potrebbe risultare la meno indicata. Live Sicilia ha rilanciato la candidatura del rettore dellUniversità di Palermo, Roberto Lagalla. Ma cè anche chi ipotizza una figura, diversa, magari un alto magistrato. Del resto, la situazione finanziaria al Comune di Palermo è tragica. I prossimi cinque anni si annunciano difficilissimi. Un magistrato potrebbe essere la soluzione giusta, insomma. Sarà così?
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