«Purtroppo ho constatato personalmente, perché sono stata sul posto a fare ordine pubblico insieme ai miei collaboratori, che l’inciviltà, oltre che in quei ragazzi, alberga spesso nei genitori. Io stessa ho assistito alla scena di una madre che accompagnava i figli e li aiutava a scaricare 96 bottiglie di birra. Nonostante l’ordinanza sindacale e le forze dell’ordine sul luogo». Michela Taravella, sindaca di Campofelice di Roccella, racconta le difficoltà del post Ferragosto che sono quelle di tanti colleghi. Da Cinisi a Sferracavallo fino ad arrivare a Cefalù, ci vorranno giorni per le spiagge palermitane per smaltire le scorie della festa clou dell’estate. Che però, come ogni anno, si risolve in un lunghissimo day after fatto di rifiuti ovunque, mare sporco e nottate insonni per chi vive in zona.
Parla di «vero e proprio assalto», la sindaca Taravella. «La folla, infatti, che si riversa lungo i due chilometri di lungomare, raggiungibile da decine di accessi pubblici e privati, è di circa 30mila persone – continua – Sapevamo di non poter debellare il fenomeno, tout court. Non abbiamo la bacchetta magica. Abbiamo, tuttavia, la coscienza serena per avere fatto tutto ciò che, umanamente ed istituzionalmente, si potesse fare». Così nella piccola spiaggia che ricade ai piedi delle montagne delle Madonie ci si ritrova a festeggiare i 40 interventi sanitari, comunque in netta diminuzione rispetto agli anni precedenti.
Nella vicina Lascari, però, si respira un’altra aria. Almeno a sentire il sindaco Giuseppe Abbate, che ha istituito una task force, con il supporto dei mezzi e delle maestranze della società che gestisce l’igiene ambientale, che ha immediatamente provveduto a rimuovere la considerevole mole di rifiuti della notte di Ferragosto. «Un grazie particolare ai tantissimi ragazzi che si sono riversati nelle nostre spiagge – ha detto il primo cittadino – hanno agevolato l’azione di pulizia utilizzando i sacchi che, come da tradizione, provvediamo a distribuire la sera del 14 e che gli stessi ragazzi hanno in parte portato nei punti di accesso al momento di lasciare la spiaggia».
Tra le situazioni peggiori, però, c’è certamente quella di Sferracavallo. Il lembo di spiaggia della borgata marinara palermitana ha visto l’arrivo delle prime tende già a partire da lunedì. Simone Aiello, che fa parte del comitato Il mare di Sferracavallo, denuncia da anni gli accampamenti abusivi di coloro che definisce totucci. In assenza di servizi e di controlli, centinaia di persone si trasferiscono letteralmente in spiaggia con «tende, tavoli, sdraio, ombrelloni e sempre accese braciere (forse per emulare la fiamma olimpica?), per passare la settimana di ferragosto nel casino più totale; con improponibili musiche che vanno dal neomelodico agli sconquassanti ritmi latini da discoteca».
I residenti di buona volontà (non solo a Sferracavallo ma anche a Vergine Maria, a Mondello e così via) segnalano le invasioni del quieto vivere. Ma nessuno, in città, sembra mai riuscire a intervenire. Il Comune di Palermo ha persino rinunciato alla solita ordinanza sindacale che vieta il bivacco in spiaggia. Così non resta che attendere che passi il Ferragosto. «Resta l’amarezza della gente per bene, il sentirsi disarmati nel combattere un nemico che in effetti non esiste. Il disagio sociale delle grandi città, in particolar modo Palermo, causato dall’abbandono delle periferie e dai quartieri popolari – sostiene Aiello – ha contribuito a trasformare una piccola festa in una incontrollabile esplosione di trash e baggianerie (il tascio stil novo…). I falò sono diventate delle pericolose vampe; il canticchiare appresso alla chitarra delle vere e proprie discoteche; e il bagno di mezzanotte una goliardata vastasa e pericolosa».
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