«Il Palchetto della Musica fu voluto dai Florio per evitare la cementificazione di quella zona, dove loro abitavano. Nel loro testamento hanno specificato che quel monumento era stato voluto per il godimento dei palermitani e noi stiamo facendo proprio quello che volevano loro». Lo dice con una punta di orgoglio Massimiliano Rotolo, referente dell’omonimo collettivo, Palchetto della Musica, composto da sei giovani ragazzi con studi e percorsi diversi alle spalle. Ognuno di loro ha messo a disposizione le proprie competenze per un progetto nato, in realtà, un paio di anni fa, ma concretizzato solo adesso grazie agli ultimi restauri e alla manutenzione del monumento di piazza Castelnuovo.
«Tra noi ci sono grafici, videomaker, organizzatori di eventi, ognuno ha una sua specializzazione messa in campo per un obiettivo comune: realizzare sessioni acustiche», spiega Massimiliano, che allude alle cosiddette acoustic session, una pratica di moda in Inghilterra e negli Stati Uniti, dove i collettivi come quello di Palermo realizzano video musicali alle band che girano e si ritrovano nei luoghi cittadini per suonare. «Noi non prendiamo in gestione il monumento, ma lo sfruttiamo per un doppio rilancio: quello del Palchetto, che torna alla sua funzione originaria, e quello degli artisti locali, abituati a esibirsi spesso in posti convenzionali. È uno scambio di prestazioni – dice Massimiliano – Noi del collettivo mettiamo a disposizione le nostre professionalità per realizzare i video, mentre gli artisti mettono a disposizioni la musica che compongono».
L’obiettivo è quello di diventare più conosciuti come collettivo attraverso questo doppio rilancio. «Stiamo facendo riqualificazione urbana ma anche sociale e culturale: facciamo vedere alla città un monumento che ci si è abituati a vedere staticamente lì, ma anche gli artisti stessi, che lo fanno proprio e lo riutilizzano nel suo ruolo originario». E suonare in un luogo così importante per la città suscita emozioni diverse negli artisti che già in questi giorni hanno iniziato a provare, come Manuel Bellone: «Suonare in un posto anticonvezionale come questo, rispetto ai soliti locali, porta un’emozione diversa, anche perché ci si confronta con un tipo di pubblico diverso, il posto ti affascina tanto, mette quasi in soggezione», rivela il cantante a MeridioNews.
«Il progetto è molto bello, ci sono in ballo tante idee – prosegue Manuel – Il collettivo vorrebbe coinvolgere non soltanto il Palchetto della Musica, ma tutti quei luoghi e monumenti di Palermo che nel tempo sono stati abbandonati, per farli riscoprire alla città e per far scoprire anche gli artisti locali». Il progetto, che muove adesso i primi passi, sta già raccogliendo consensi. Durante le prove infatti in molti si sono soffermati, incuriositi e attratti. «Negli ultimi cinque anni si è respirato un nuovo fermento culturale, viviamo gli anni migliori della città, quelli che potrebbero permettere il rilancio di Palermo a livello mondiale», conclude ottimista Massimiliano.
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