Don Chiarenza socio dell’accademia degli Zelanti Acireale, dall’accusa di pedofilia alla carica nell’ente

Dall’accusa di pedofilia alla nomina a socio soprannumerario della prestigiosa accademia degli Zelanti. Il nome di Carlo Chiarenza torna a circolare per le vie di Acireale, suscitando nuove polemiche e riaccendendo lo sdegno di coloro che qualche anno addietro riempirono le vie cittadine in segno di solidarietà nei confronti di Teodoro Pulvirenti, l’uomo che nel 2011 denunciò gli abusi sessuali subiti in età adolescenziale di cui si sarebbe reso responsabile l’allora parroco acese. A destare scalpore è stata la comparsa di Chiarenza tra i cinque soci soprannumerari accolti dall’accademia nel campo delle scienze morali. Un posto che per molti non spetterebbe a qualcuno che è stato condannato in primo grado dal Tribunale ecclesiastico vaticano.

Tra i primi a prendere una posizione sulla vicenda c’è stata l’associazione La caramella buona, che sin dal principio ha accompagnato Pulvirenti nella sua denuncia: «Chiarenza è stato condannato in primo grado – si legge in un comunicato – e a tutt’oggi siamo in attesa dell’appello che, stranamente, tarda ad arrivare. Nel frattempo, nonostante le restrizioni imposte dallo stesso Tribunale, pare che Chiarenza si aggiri indisturbato per le strade di Acireale creando non poco sdegno tra gli oltre quattromila acesi che marciarono a favore di Teo e di tutte le vittime di pedofilia». Sulla decisione dell’accademia degli Zelanti, il parere dell’associazione è che ciò non faccia altro che «aggravare il quadro».  

Dagli Stati Uniti, dove vive da tempo, Pulvirenti si è detto «indignato e disgustato» da una scelta «ripugnante». A peggiorare, inoltre, lo scenario vi è la presenza tra i soci effettivi dell’accademia dell’attuale vescovo di Acireale, Nino Raspanti: «Mi chiedo quale sia la sua opinione in merito, ammesso che possa mai esprimerla pubblicamente. Il signor Chiarenza è stato condannato in primo grado dal tribunale ecclesiastico per abuso sessuale su minore e, nonostante il vergognoso appello e l’ancor più vergognosa mancanza di tempismo ed efficienza del tribunale vaticano, questa persona rimane al tavolo dei condannati», continua Pulvirenti. «Mi chiedo con quale logica l’accademia possa ammettere una persona con un simile trascorso come socio soprannumerario nella sezione di scienze morali, quando di moralità ne vedo ben poca». 

A intervenire sulla questione è il presidente dell’accademia, Pippo Contarino, il quale ritiene che all’origine della polemica vi sia stata una cattiva comunicazione. La presenza di Chiarenza tra i soci soprannumerari, infatti, non andrebbe letta come un fregio bensì come un passo indietro: «Chiarenza faceva parte dei 24 soci effettivi – spiega Contarino – ovvero di coloro che realmente prendono le decisioni. È stato invece deciso di porlo fuori da questo gruppo, e oggi si trova tra i soci soprannumerari, di certo non un passo avanti». Sui motivi che hanno portato alla decisione, Contarino preferisce glissare: «È un processo decisionale interno – spiega – non sto a dire quanto abbia inciso il processo a carico di Chiarenza, ma è un dato di fatto che la sua posizione oggi è meno privilegiata di quella di un tempo».

Sulle accuse di pedofilia e la condanna in primo grado, Contarino, pur ribadendo il diritto dell’opinione pubblica a esprimere le proprie convinzioni e affetto nei confronti della vittima degli abusi, sottolinea come l’iter processuale non sia stato completato: «Sono accuse pesanti e la condanna in primo grado fa pensare – conclude il presidente dell’accademia – ma da tempo si aspetta un secondo grado di giudizio che tarda ad arrivare e finché non lo conosceremo sarebbe meglio attendere».

La spiegazione, tuttavia, non convince La caramella buona: «Per noi cambia poco. Effettivo o soprannumerario il nome di Chiarenza non dovrebbe esistere all’interno di un’accademia di tale prestigio – dichiara a MeridioNews la portavoce dell’associazione -. Le persone non conoscono le dinamiche interne, ciò che arriva è che un personaggio già condannato per un fatto del genere continui a essere accolto in un ambiente nel quale certa sensibilità dovrebbe essere scontata». Le polemiche attorno all’ex sacerdote riguardano però anche il mancato rispetto del divieto di aggirarsi nei dintorni del Comune acese: «Continuiamo a ricevere segnalazioni della sua presenza ad Acireale, nonostante gli sia impedito. La madre di Teo vive ancora lì ed è assurdo debba vederlo girare indisturbato per la città» concludono.

Simone Olivelli

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