IL PRESIDENTE DELLA REGIONE, IL SINDACO DI CATANIA E IL SINDACO DI PALERMO HANNO UN PROGETTO IN COMUNE: ISTITUIRE LE CITTA’ METROPOLITANE-PESCECANE DI PALERMO, CATANIA E MESSINA. TRE GRANDI COMUNI CHE DOVREBBERO RISANARE I PROPRI BILANCI A SPESE DEI PICCOLI COMUNI…
Domani, a Palermo, si riunisce il Consiglio regionale dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale Comuni Italiani). All’ordine del giorno c’è l’elezione del presidente. Ad eleggerlo non saranno gli oltre 390 Sindaci dei Comuni siciliani, ma il Consiglio regionale. Questo perché quando si dimette il presidente (cosa che è avvenuta con le dimissioni di Giacomo Scala, ex Sindaco di Alcamo ed ex presidente dell’ANCI Sicilia), il nuovo presidente lo elegge, per l’appunto, il Consiglio regionale.
I candidati sono due: Paolo Amenta (nella foto a destra), Sindaco di Canicattini Bagni, espressione dei territori e di un progetto di rilancio della Sicilia a partire dai Comuni; e il Sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, espressione degli apparati dei Partiti, a partire dal PD siciliano.
Dietro la candidatura di Orlando, ‘calata dall’alto’, c’è una manovra del Sindaco di Catania, Enzo Bianco, e del Governo regionale di Rosario Crocetta. L’obiettivo è quello di risanare i conti in ‘rosso’ dei grandi Comuni siciliani sulla pelle dei piccoli e medi Comuni dell’Isola.
Di fatto – spiace scrivere queste cose – Orlando, pur di salvare il Comune di Palermo dal baratro finanziario, non ha esitato ad allearsi con il Governo Crocetta, cioè con chi ha portato al fallimento politico e finanziario la Sicilia. Il Governo Crocetta, Orlando, Bianco e alcuni settori del PD siciliano (non tutti, a dir la verità) portano avanti un’idea sbagliata di città metropolitane, che non sono le grandi aree sovra-comunali che dovrebbero servire tanti Comuni, ma un inghippo amministrativo che, come già accennato, punta a ‘saccheggiare’ i piccoli Comuni (e, a quanto pare, anche Comuni medi) per salvare i Comuni grandi, con in testa Palermo, Catania e Messina.
Per onestà di cronaca, va detto che il primo cittadino di Messina, Renato Accorinti, non fa parte del gruppo di Sindaci delle grandi città siciliane che con il Governo Crocetta e con una parte del PD siciliano intende ‘saccheggiare’ i piccoli Comuni dell’Isola. Vediamo, adesso, di illustrare ai nostri lettori in che cosa consiste l’accordo politico che dovrebbe massacrare oltre 200 piccoli Comuni siciliani (e forse anche di più).
Tutti sanno che i Comuni di Palermo, Catania e Messina sono sull’orlo del dissesto finanziario. E cosa pensano Bianco, Orlando e il Governo regionale per risolvere il problema? Istituire le tre città metropolitane, ‘inghiottendo’ i Comuni dei rispettivi circondari. I piccoli Comuni che stanno attorno a queste tre grandi città verrebbero trasformati in ‘municipalità’, cioè nel nulla.
Le ‘municipalità’ non sarebbero altro che grandi quartieri periferici: praticamente, tantissimi Comuni che oggi si amministrano da sé perderebbero la titolarità sul proprio territorio, che passerebbe ai Comuni più grandi.
In pratica, i Comuni grandi si prenderebbero i soldi dei Comuni piccoli e, in parte, anche dei medi Comuni. Come faranno, direte voi, se i Comuni siciliani sono, in massima parte, al verde? La risposta è semplice e sta nella Finanziaria truffaldina approvata qualche settimana fa dall’Ars e non a caso massacrata dal Commissario dello Stato.
Una parte della Finanziaria regionale 2014, che non è stata impugnata dall’Ufficio del Commissario dello Stato, prevede che i Comuni, a partire da quest’anno, trattengano oltre l’8 per cento dell’Irpef.
Dunque – per fare un esempio – gli abitanti di Sant’Agata Li Battiati e di altre decine di Comuni del Catanese, con la propria Irpef, non manterrebbero più il proprio Comune e i servizi del proprio territorio, ma andrebbero a foraggiare i ‘buchi’ del Comune di Catania. In cambio, tanti piccoli centri del Catanese perderebbero lo status di Comune e diventerebbero ‘municipalità’, cioè gusci vuoti, in attesa che ‘sua maestà’ Enzo Bianco, dopo aver risanato i ‘buchi’ del Comune di Catania, gli getti qualche ‘avanzo’.
Per completezza d’informazione – sempre a proposito del Comune di Catania e della sua area ‘metropolitana’ – va detto che uno dei pochi Comuni di quest’aria che non dovrebbe diventare ‘municipalità’ è Acireale. Mentre scomparirebbero Aci Trezza, Aci Castello, San Giovanni la Punta e via continuando. Si dovrebbero salvare anche i Comuni nella parte alta dell’Etna, perché andare a ‘grattare’ l’Irpef ai cittadini di Nicolosi o di Linguaglossa sembra un po’ eccessivo…
Come Bianco, Orlando e il solito Governo Crocetta abbiano potuto pensare una follia amministrativa del genere non è dato sapere. Come si possa nell’Unione europea della sussidiarietà concentrare la gestione di decine di piccoli centri in un grande Comune, condannando decine e decine di piccoli centri a un futuro di squallide e abbandonate periferie non riusciamo proprio a spiegarcelo.
Quello che possiamo dire è che domani, l’eventuale elezione di Orlando alla presidenza dell’Anci Sicilia potrebbe essere il primo passo verso le città metropolitane-pescecane. Tra l’altro, città metropolitane così concepite – ovvero concepite solo per evitare il dissesto finanziario dei Comuni di Palermo, Catania e Messina – rappresentano una contraddizione rispetto al rilancio delle aree interne della Sicilia.
Concentrare, ancora una volta, tutte le risorse finanziarie in tre città grandi della costa siciliana, abbandonando le aree interne sarebbe l’ennesima follia.
Per completezza d’informazione, va detto che i Comuni siciliani che non verrebbero ‘mangiati’ dalle tre città metropolitane verrebbero soppressi e inglobati nei ‘liberi’ Consorzi di Comuni. Qui si apre un’altra ‘tragedia’ della politica siciliana finita, in buona parte, nelle mani di incompetenti e presuntuosi.
Lo Statuto siciliano prevede l’abolizione delle Province, che dovrebbero essere sostituite da “liberi Consorzi di Comuni”. Liberi significa che devono essere i Comuni a scegliere come dare vita ai Consorzi. Invece Governo e Ars, mettendosi sotto i piedi lo Statuto, vorrebbero costringere i Comuni a fare quello che dicono loro. Un’altra follia.
Che fare per salvare i Comuni siciliani dal dannosissimo Governo Crocetta, da Enzo Bianco, da Leoluca Orlando e da una parte del PD siciliano? Intanto va bloccato, domani, il tentativo di Bianco, Orlando e Crocetta di prendersi la presidenza dell’ANCI Sicilia, che suonerebbe come il primo passo per la scomparsa di oltre 200 Comuni.
La candidatura di Orlando alla presidenza dell’ANCI Sicilia divide i Comuni e, alla fine, rischia di penalizzare i piccoli centri. Molto più razionale la presidenza di Paolo Amenta, che punta a un progetto di rilancio dell’Autonomia siciliana a partire dai Comuni.
L’eventuale elezione di Orlando metterebbe l’ANCI Sicilia nella mani del Governo Crocetta, ovvero nelle mani di chi sta affossando la Regione siciliana: cosa che va evitata.
In seconda battuta vanno ripristinati gli organi elettivi delle Province per scongiurare l’ipotesi dei truffaldini Consorzi di Comuni.
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