Alla fine ha vinto l’ala ‘movimentista’ del Megafono, il movimento politico nato attorno al presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. Domani, a Tusa, verranno celebrate le primarie per decidere chi andrà in lista alle prossime elezioni politiche previste per il 24 febbraio.
Non saranno le primarie celebrate dal Pd e da Sel che, peraltro, non sono servire a nulla, anzi sono state una presa per i fondelli, dal momento che sia Bersani, sia Vendola hanno infarcito le liste siciliane dei loro rispettivi partiti di ‘paracadutati’ da Roma. Domani niente gazebo.
Le primarie del Megafono ricalcheranno le grandi assemblee che venivano celebrate nelle città dell’antica Grecia. I coordinatori del Megafono, che arriveranno da tutte le province siciliane, si riuniranno in un’immaginaria ‘Agorà’ di Tusa e lì, dopo un dibattito che si annunci acceso e appassionato, eleggeranno democraticamente i candidati del Movimento alla Camera dei deputati e al Senato.
Alla fine, come già accennato, è passata la linea politica dei ‘movimentisti’ del Megafono. Un’ala del Partito-Movimento che guarda non tanto e non soltanto alle alleanza con le altre forze politiche classiche, ma alla costruzione un ‘ponte democratico’, diretto, con la società siciliana. Sul modello, in fondo, di quanto fatto fino ad oggi dal Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Non è un caso, insomma, se in Assemblea regionale siciliana il presidente della Regione (che di animo è molto ‘movimentista’) ha provato, in parte riuscendoci, ad entrare in sintonia con i grillini.
Il Megafono, è noto, si presenterà alle imminenti elezioni politiche in apparentamento con il Pd. Già quest’opzione non è
molto ‘sentita’ dalla base del Movimento del presidente della Regione, che si sente troppo ‘ristretta in un Partito – il Pd – dove a prevalere è, da un lato, un’impostazione ‘romanocentrica’ (vedere gli otto ‘paracadutati’ da Roma che il segretario Bersani ha imposto alle liste del Pd siciliano alle elezioni per la Camera e per il Senato) e, dall’altra lato, una vocazione per le clientele della vecchia politica, dal controllo ‘democristiano’ della formazione professionale alla gestione del precariato come possibile fonte di voti.
La base del Movimento di Crocetta non è e non vuole essere la base del Pd siciliano: una base che, nella legislatura precedente, ha dovuto subire un’alleanza con un Governo molto ‘chiacchierato’ (con un presidente della regione inquisito per mafia) e che, adesso, sta subendo quella che, in fondo, è un’aggressione di Roma alle liste siciliane.
La base del Megafono vuole contare. Non a caso, venti giorni fa, ha chiesto la celebrazione delle primarie. Ipotesi che non piace al Pd siciliano, che considera l’esperienza di Crocetta cosa ‘propria’. Tra l’altro, l’apparentamento con il Pd – che, lo ripetiamo, non tutta la base del Movimento Crocetta considera un fatto politicamente positivo – sembrava ‘confezionato’ su misura per eleggere Giuseppe Lumia al Senato: cosa, questa, che a tanti militanti del Megafono non va proprio giù.
Il presidente Crocetta ha cercato di mediare. E, nei giorni scorsi, visti anche i tempi ristretti per celebrare le primarie, ha proposto Antonio Presti, il grande protagonista della Fiumara d’Arte, come capolista al Senato, metendo Lumia al numero due. Ma questo non ha soddisfatto la base del Movimento. Che, ieri, nonostante l’esiguità dei tempi a disposizione, è tornata a chiedere le primarie.
Stretto da una richiesta che arriva dalla base del suo Movimento, Crocetta è stato costretto a mediare ancora. Così si è arrivati alla soluzione ‘Agorà’: domani, tutti a Tusa, come avveniva nelle città dell’antica Grecia. Tutti in piazza per discutere e decidere. Per queste insolite primarie è previsto l’arrivo di tanti giornalisti, incuriositi da una prova di democrazia diretta che – questo bisogna dirlo – per fantasia supera gli stessi grillini.
Domani non si escludono sorprese. Contrariamente a quello che sembrava deciso qualche giorno fa, non ci sono più candidati predeterminati. Chi vorrà andare in lista dovrà presentare il proprio programma alla base del Movimento del presidente della Regione. E sperare di ricevere l’investitura con un voto autenticamente popolare.
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