Un comunicato informa che domani, mercoledì 17 luglio, Salvatore e Rita Borsellino presentano alla stampa il programma di manifestazioni per il XXI Anniversario della Strage di via D’Amelio. Questo avverrà nel corso di una conferenza stampa convocata alle 11,00, a Palermo, nella Sala delle Lapidi di Palazzo delle Aquile.
Saranno presenti, fra gli altri, i rappresentanti di Arci Sicilia, AGESCI, Antimafia Duemila, Agende Rosse, Centro studi Paolo Borsellino, Laboratorio Zen Insieme, Palermo Ciclabile, A Ruota Libera, Osse Mafie e le altre associazioni che hanno aderito e promosso le iniziative in città per la commemorazione del 19 Luglio.
Il fratello e la sorella si accingono a commemorare Paolo Borsellino e gli uomini e le donne della scorta periti nella strage di via DAmelio. In un comunicato di qualche giorno fa, Rita Borsellino, europarlamentare e leader di Unaltra storia, ha invitato tutti i protagonisti della politica a evitare strumentalizzazioni. Appello giustissimo.
Noi, invece, da cittadini prima che da giornalisti, ci chiediamo su quali specchi si arrampicheranno, il 19 luglio, tutte le Autorità, talune anche Alte Autorità, che in questi ultimi mesi si sono cimentate nellattività – in Italia non insolita – tesa a smontare limportanza del processo sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia.
Sia chiaro: non facciamo queste considerazioni tanto per mettere un po di casino, ma perché non abbiamo ancora capito dove vogliono andare a parare quelli che dicono che il processo sulla trattativa Stato-mafia è una forzatura e bla bla bla.
Così come non abbiamo capito dove voglio no andare a parare tutti quelli che si ostinano a non riconoscere il legame tra questo processo, che si sta celebrando a Palermo, e la strage di via DAmelio.
Così come non abbiamo capito perché non erano importanti le telefonate tra lex Ministro Mancino e il Quirinale.
La verità – e il depistaggio operato nelle indagini subito dopo la strage ne sono testimonianze – è che tutte queste storie tra di loro collegate portano a un segreto di Stato che deve restare tale.
Come quello che è avvenuto con la strage di Portella della Ginestra. Come quello che è avvenuto con tanti omicidi e con le altre stragi che si sono susseguite nella storia della Repubblica italiana.
Lunica differenza è che, questa volta, la verità processuale, almeno fino ad ora, non sembra lontana.
Di mezzo non cè solo la responsabilità penale, che è personale, ma anche una responsabilità istituzionale. Ed è proprio su questo che ci interroghiamo: su quali specchi, questa volta, si arrampicheranno certi commemoratori di professione?
Vedremo.
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