«Io non prenderò la tessera di nessuno degli altri partiti, ma, se troverò interessante per la mia terra una federazione di qualche tipo, non ci penserò due volte». Si conclude poco prima delle 20.30 l’intervento di Nello Musumeci all’assemblea di Diventerà Bellissima, svoltasi oggi a Cefalù. Il capo del movimento ha parlato dal palco, con accanto i maggiorenti del partito. Presente l’assessore Ruggero Razza e i deputati che siedono in Ars.
Al centro dell’incontro il tema che in casa Diventerà Bellissima tiene banco da tempo ormai: il proprio futuro, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, in particolar modo le Politiche. Chi si chiedeva se oggi sarebbe stato il giorno in cui, rotti gli indugi, Musumeci avrebbe aperto ufficialmente le braccia nei confronti della Lega torna a casa senza certezze. Se non quella che Diventerà Bellissima è interessata a stringere alleanze con i partiti nazionali, ma senza snaturarsi. «Parlerò con tutti. Con Salvini, con Meloni, con Berlusconi. Siamo aperti a tutti e non abbiamo pregiudizi – ha detto Musumeci -. Ma la vita del nostro movimento non è in discussione, non lo è mai stata. Con questa rassicurazione credo di potere chiudere con voi il mio intervento e credo di poterlo fare perché mi volete bene e sapete che non vi mentirei mai».
Il governatore, che nei mesi scorsi ha battezzato l’ingresso del Carroccio alla guida della Regione, ha parlato anche delle diverse anime che popolano attualmente Diventerà Bellissima. «Le spinte sono tante, in una direzione e in un’altra, ma nessuno spinge per interessi personali – ha continuato Musumeci – Litighiamo a volte e ci confrontiamo, ma solo perché vogliamo bene a questa terra. Oggi il nostro movimento ha dato una concreta dimostrazione di essere in buona salute».
Musumeci ha poi fatto riferimento agli attuali equilibri dell’Ars, dove Diventerà Bellissima è presente con cinque deputati. «Non è che se diventano sette o otto ci offendiamo, chi vuol venire da noi trova un posto sempre libero. Sapendo che deve condividere la nostra impostazione, il nostro stile», ha detto il presidente.
In precedenza, parlando dell’epidemia di coronavirus, il governatore aveva detto di augurarsi di «tornare presto alla normalità ma fino ad allora sulla testa di tutti noi c’è una spada di Damocle. Il virus tornerà a essere virulento tra ottobre e novembre, dobbiamo essere prudenti, continuare a considerare le mascherine nostre compagne di viaggio». Guardando al periodo di chiusura del Paese, che in Sicilia si è accompagnato anche a un conteggio dei positivi risultato non veritiero, Musumeci ha commentato: «Sono stati tre mesi disastrosi, in cui abbiamo dovuto fare scelte sofferte, dolorose, preoccupanti. Se i morti fossero stati ai bordi delle strade avrei dovuto organizzare la mia fuga di notte. Invece, con la linea della fermezza e del rigore siamo riusciti a fare squadra e, con l’aiuto di Dio, abbiamo potuto consentire a questa terra di salvarsi da conseguenze nefaste. Siamo stati d’esempio per tutta l’Italia».
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